«A Manduria, un candidato sindaco impose i suoi veti e vinse le elezioni. Oggi, a distanza di cinque anni, ci si chiede se quella “purificazione” abbia davvero portato un cambiamento in meglio per la politica locale!»

Riceviamo, e pubblichiamo, un intervento dell’ex consigliere comunale Agostino Capogrosso. Ecco il testo.
«La politica pugliese rischia di avvitarsi su un dilemma antico: il veto! Il candidato governatore progressista alza il muro, minacciando di ritirarsi se le liste non saranno "pulite".
Nella coalizione i puristi lo applaudono, vedendo un atto di coraggio, una rottura con un passato di compromessi, un segnale di coerenza. Finalmente, un leader che non si piega!
I più critici lo bollano come un atto di prepotenza, autoritarismo e ricatto. Un modo per circondarsi di "yes man", spegnendo ogni dibattito: l'ombra del potere che soffoca la dialettica!
Un film già visto. A Manduria, un candidato sindaco impose i suoi veti e vinse le elezioni. Oggi, a distanza di cinque anni, ci si chiede se quella “purificazione” abbia davvero portato un cambiamento in meglio per la politica locale!
La domanda quindi rimane: il veto è il segno di chi ha una visione chiara o di chi ha paura del confronto?
La risposta, forse, non è nelle liste, ma nell'aria che si respira dopo. Il vero interrogativo infatti, non riguarda le prossime elezioni, ma la storia che si vuole scrivere: il prologo di un'era di rinnovamento, o la premessa di una nuova autocrazia?
Ad ogni modo che vinca il migliore. Ma che a deciderlo sia solo il voto popolare, non le logiche dei veti incrociati. Dopotutto, il vero leader non ha bisogno di bracci di ferro per dimostrare il proprio valore!».

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