La piccola e il papà hanno trovato un modo speciale per trascorrere il tempo insieme: realizzare braccialetti colorati con sette nodi, simbolo dell’arcobaleno e della rinascita. Il ricavato dalla vendita sarà destinato a sostenere tre famiglie che stanno affrontando lo stesso difficile percorso legato ai trapianti pediatrici

Daniele Digirolamo, papà di Maria Rita, la bambina materana di dieci anni che ha trasformato la sua sofferenza in un gesto di amore verso gli altri, ha ricevuto il sostegno e la vicinanza del Pontefice a cui ha donato un "cuore arcobaleno".
Lo scorso 22 giugno, era stata Maria Rita a ricevere un dono prezioso: un trapianto di cuore. Durante il ricovero al “Bambino Gesù” di Roma per i controlli post-operatori, la piccola e il papà hanno trovato un modo speciale per trascorrere il tempo insieme: realizzare braccialetti colorati con sette nodi, simbolo dell’arcobaleno e della rinascita. Il ricavato della loro iniziativa è destinato a sostenere tre famiglie che stanno affrontando lo stesso difficile percorso legato ai trapianti pediatrici. Un progetto generoso che non è passato inosservato.
Nel corso dell’udienza odierna in piazza San Pietro, infatti, Maria Rita ha potuto consegnare personalmente al Papa un quadretto da lei realizzato, raffigurante il suo “cuore arcobaleno”, simbolo della sua storia e del cammino di rinascita che sta vivendo. Un dono che Prevost ha accolto con gioia, ringraziando la piccola e ricambiando con una benedizione speciale.
«Il Papa ha ben compreso lo spirito di Maria Rita - racconta Daniele -. Lei non ha chiesto preghiere per sé, ma per tutti i malati, per i bambini ricoverati, per le loro famiglie… e in modo particolare per quell'angioletto e per la famiglia che ha avuto il coraggio e l'amore di donare gli organi».
Un gesto che ha emozionato profondamente padre e figlia.
«In quel momento il Santo Padre si è preso tutto il tempo - prosegue Daniele -. Ha posato la mano sul cuoricino di mia figlia, ha chinato il capo e ha pregato. Abbiamo pregato tutti insieme, in silenzio e in comunione profonda».

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