Nazarena Savino ci guida in un viaggio nella storia, nell’arte e nelle tradizioni di questa cittadina

Siamo giunti alla quarta tappa del nostro percorso alla riscoperta dei paesi della provincia di Brindisi. Ad accompagnarci ancora una volta è l’archeologa Nazarena Savino, che ci guiderà tra storie antiche, tradizioni e tesori nascosti. Non dobbiamo fare altro che lasciarci condurre e partire insieme per questo fantastico viaggio alla scoperta di San Pancrazio Salentino.
Partiamo dall’Affresco del Cria. Cosa racconta e quale valore ha per la comunità di San Pancrazio Salentino?
«È una testimonianza potente» la risposta della dott.ssa Nazarena Savino. «L’affresco ricorda il saccheggio del 1547, quando i turchi, guidati dal traditore Cria, devastarono il paese. Non è solo un dipinto: è un documento di memoria collettiva. Per i cittadini rappresenta un monito contro il tradimento, ma anche un simbolo di resistenza e identità».
San Pancrazio, però, non è solo Cinquecento. I ritrovamenti ci portano molto più indietro. Penso alla contrada Li Castelli: cosa avete trovato lì?
«È un sito chiave. Negli anni ’60 furono scoperti resti di edifici e tombe in carparo, ma anche reperti dell’Età del Ferro, gioielli e ceramiche precristiane. Sono tracce che raccontano una comunità viva, con scambi culturali intensi, ben prima dell’epoca romana».
E tra i luoghi più suggestivi c’è senza dubbio la Grotta dell’Angelo.
«Sì, si trova in contrada Torre Vecchia. È una tomba ipogea del IV-V secolo d.C. decorata con affreschi bizantini. Qui si fondono archeologia e spiritualità: è uno dei siti che più colpiscono i visitatori».
Oltre al periodo paleocristiano, il territorio conserva anche testimonianze medievali.
«Esatto. Nelle contrade Caragnuli e Caretta sono state rinvenute laure con altari, giacigli e grotte utilizzate dai monaci basiliani. Sono ambienti che ci parlano di preghiera, isolamento e vita ascetica».
E se ci spostiamo nel cuore del centro storico?
«Non si può non visitare la chiesa Matrice, dedicata a San Pancrazio Martire e a San Francesco d’Assisi. C’è poi la chiesa di Sant’Antonio con l’affresco del Cria e il santuario di Sant’Antonio alla Macchia, che ogni giugno accoglie una ricorrenza molto sentita dai fedeli».
San Pancrazio è anche tradizione gastronomica. Quali sapori lo rappresentano meglio?
«Sicuramente il pane cotto nei forni a legna, i taralli al pepe, le puddiche con l’uovo e i dolci chinnuliddhre, farciti con marmellata di mele cotogne e uva. Ogni prodotto racchiude la memoria contadina di questo territorio».
E infine, la festa patronale di maggio…
«È dedicata a San Pancrazio Martire. Oltre alla processione, ci sono bande, mostre e il suggestivo lancio dei palloni aerostatici che illuminano il cielo notturno. Un rito collettivo che unisce fede, emozione e comunità».
Dunque San Pancrazio Salentino è un mosaico di archeologia, fede, memoria e tradizioni che ancora oggi vivono tra la sua gente.
Grazie, dottoressa Nazarena Savino, per averci accompagnati in questo viaggio tra storia e identità.
La nostra tappa si conclude qui, ma il viaggio alla scoperta dei paesi della provincia di Brindisi continua: pronti a ripartire verso la prossima destinazione.



Condividi