Il presidente ALPAA Puglia Antonio Macchia: «Guardiamo il passato per “ RI “ COSTRUIRE un futuro florido e vivo»

La produzione di miele in Puglia, settore da sempre legato alla qualità, al biologico, alla biodiversità del territorio e al rispetto per l’ambiente - pratiche quotidiane per tanti piccoli produttori -, sta attraversando una fase critica. Gli ultimi anni hanno segnato un calo sensibile della produzione, dovuto a una combinazione di fattori: cambiamenti climatici, riduzione delle fioriture, uso dei pesticidi, aumento dei costi e concorrenza sleale di prodotti esterni.
Queste, per il presidente ALPAA Puglia Antonio Macchia, le criticità principali:
«Cambiamento climatico - l’alterazione delle stagioni ha ridotto drasticamente la durata, l’intensità e la cronologia delle fioriture. Estati siccitose e primavere instabili compromettono la raccolta del nettare;
Pesticidi e agricoltura intensiva - la diffusione di sostanze chimiche nei campi, l’uso indiscriminato di diserbi piuttosto che trinciature, eliminazione di qualsiasi forma di vegetazione spontanea nei frutteti, mettono a rischio la sopravvivenza di tutti gli insetti impollinatori e delle api in particolar modo, con conseguenze drammatiche per gli apicoltori;
Importazioni a basso costo - l’arrivo sul mercato di miele straniero, spesso di dubbia tracciabilità e qualità, schiaccia i piccoli produttori locali sotto il peso della concorrenza sleale;
Costi in aumento - conduzione degli alveari, spostamenti degli alveari, attrezzature e nutrizione artificiale delle api, carburante hanno subito aumenti importanti, senza che i prezzi di vendita al pubblico seguano la stessa tendenza.
In Puglia si contano circa 1400 apicoltori e oltre 60000 alveari. La produzione nel 2023 - giusto per avere un valido indicatore di riferimento - ha fatto registrare un calo del 30/40 % in alcune aree rispetto alla media storica. Questo calo è dovuto non solo alla minor produzione per alveare ma purtroppo alla chiusura di tante piccole aziende apistiche che non sono riuscite a sostenere il peso di tali cambiamenti.
Il miele pugliese - di acaia, millefiori, arancio, sulla, timo e melata - resta tra i più apprezzati per qualità, ma la quantità è in forte sofferenza.
Cosa serve per il rilancio del settore:
Tutela della biodiversità - promozione dell’agricoltura biologica, incentivare la semina interfilare di fioriture utili agli impollinatori piuttosto che arature inutili e - soprattutto – riduzione dell’uso di pesticidi per proteggere le api e la qualità dei fiori stessi;
Sostegno concreto agli apicoltori - congrui incentivi statali e regionali, innanzitutto per sostenere o mitigare i costi di gestione divenuti insostenibili, per evitare che altri piccoli produttori/lavoratori abbandonino le proprie aziende ed anche per compensare le perdite dovute a siccità e fitomarmaci con comprovato inquinamento ambientale.
Educazione al consumo consapevole - promuovere campagne per sostenere la produzione di miele locale, garantito e tracciabile, contro l’invasione di miele non tracciabile e di scarsa qualità».

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