«Il vero nodo irrisolto sono le 2.941 particelle da frazionare, per le quali l’Amministrazione ha candidamente dichiarato che dovranno essere i cittadini a pagare di tasca propria le spese tecniche»

Riceviamo, e pubblichiamo, un intervento del consigliere comunale Domenico Sammarco. Ecco il testo.
«Il riordino delle strade private ad uso pubblico resta un miraggio e il conto lo si vuole far pagare ai cittadini.
Il 2 dicembre, presso il Comune di Manduria, si è tenuto un incontro organizzato dall’Amministrazione comunale sul tema del riordino del demanio stradale. Un appuntamento che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto segnare una svolta attesa da decenni, seppur arrivato dopo tutto il decorso del quinquennio di amministrazione Pecoraro!
In realtà si è rivelato per quello che purtroppo è: un copione già visto, una conferenza piena di slogan e priva di una reale strategia. L’Amministrazione aveva lasciato intendere di aver “quasi risolto” una questione complessa, ma i dati tecnici raccontano tutt’altra storia — una storia che smentisce platealmente le narrazioni ottimistiche presentate in conferenza.
Dalla relazione illustrata emergono infatti quattro elementi chiave: 237 particelle risultano di proprietà del Comune e ricadono interamente sul sedime stradale; 37 particelle sono intestate al Comune ma necessitano di frazionamento; 784 particelle sono correttamente sagomate sull’asse viario ma risultano ancora intestate a privati e dovranno essere acquisite al patrimonio pubblico tramite cessione volontaria. È bene ricordare che ogni singola particella può coinvolgere anche decine di eredi, successioni aperte, contenziosi, intestazioni mai aggiornate: un labirinto amministrativo che non si affronta certo con un “basterà la firma dei proprietari”.
Il vero nodo irrisolto sono le 2.941 particelle da frazionare, per le quali l’Amministrazione ha candidamente dichiarato che dovranno essere i cittadini a pagare di tasca propria le spese tecniche. Una pretesa tanto irragionevole quanto inaccettabile. Scaricare sui cittadini — su migliaia di famiglie — il costo di un frazionamento che il Comune dovrebbe invece programmare e governare, significa trasformare un obbligo pubblico in un’imposizione privata. È l’ennesimo tentativo di risolvere una questione strutturale chiedendo “sacrifici folli” alla comunità, mentre l’Ente resta fermo ad attendere che tutto si risolva da sé. Sostenere poi, come ha fatto l’Amministrazione, che il Comune non possa sostenere tali spese perché si configurerebbe “danno erariale” è un’affermazione tanto grave quanto infondata. Numerosi Comuni della provincia — a partire da quelli limitrofi — hanno da anni previsto fondi specifici per il frazionamento, proprio per completare il riordino del demanio stradale. Non si crea danno erariale quando l’ente spende per superare un caos amministrativo che paralizza lo sviluppo, compromette la sicurezza, impedisce opere pubbliche e ostacola servizi essenziali. Si crea danno, semmai, quando si lascia che questa situazione permanga. La verità è che Manduria non potrà mai risolvere il problema limitandosi a chiedere ai privati di pagare, confidando in una moltiplicazione di atti volontari, successioni corrette, firme coordinate e tempi rapidi. È una strategia del tutto irrealistica.
Serve invece un programma di azione integrato, serio e strutturale, composto da più strumenti:usucapione amministrativa per i tratti pubblicamente utilizzati da oltre vent’anni; espropri mirati senza ulteriori ritardi, nei casi in cui l’interesse pubblico prevalga in modo evidente; un fondo comunale per i frazionamenti, eventualmente supportato da fondi regionali e statali, come già avviene altrove; una pianificazione complessiva dei tratti strategici, individuando le priorità fondamentali per viabilità, sicurezza e opere pubbliche.
Tanto per comprendere quanto sia evidente l’urgenza: un tratto della litoranea salentina che conduce a Torre Colimena risulta ancora formalmente di proprietà privata. Proprio quel tratto, oggi “privato sulla carta”, impedisce al Comune e agli enti competenti di realizzare le opere idriche di allacciamento ai tronconi principali. È la dimostrazione plastica di come il riordino del demanio stradale non sia una questione burocratica: è un freno allo sviluppo, un ostacolo ai servizi, un blocco agli investimenti, un problema che incide sulla vita quotidiana dei residenti e dei turisti. Il riordino del demanio stradale è una battaglia che richiede visione, coraggio amministrativo e una reale assunzione di responsabilità politica. Non servono conferenze autocelebrative, ma un piano operativo credibile.
Manduria merita una strategia, non uno slogan. Merita soluzioni, non alibi. Merita un’Amministrazione che affronti il problema, non che lo scarichi sui cittadini».
Il consigliere comunale
Domenico Sammarco

Condividi