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25/10/2012 08:28:55 - Salento - Politica

Il capogruppo Antonio Decaro: “Non è ancora chiaro se il governatore sarà con noi l'anno prossimo quando dovremo fare i conti con le sanzioni conseguenti allo sforamento”

 
Lo sforamento del Patto di stabilità è una scelta solitaria del presidente Vendola. Il Partito democratico alza la voce. Il capogruppo dei democratici in consiglio regionale, Antonio Decaro, spiega di aver appreso dalla stampa della decisione della lettera aperta del governatore Nichi Vendola ai pugliesi.
“Si è trattato di una scelta molto delicata, nella quale non solo il gruppo consiliare del Pd, ma tutto il Partito democratico, dovevano essere coinvolti”, dice stizzito Decaro.
Il capogruppo del Pd riconosce che i meccanismi che regolano il patto di stabilità penalizzano le Regioni.
“Abbiamo spiegato più volte - dice - quanto riteniamo paradossale il meccanismo che inserisce, nel calcolo del tetto del Patto di stabilità, anche le quote necessarie al cofinanziamento dei fondi europei. Un cofinanziamento necessario, senza il quale perderemmo risorse vitali che l’Unione europea mette a disposizione per il nostro sviluppo. Siamo assolutamente convinti che sia assurdo mettere le Regioni nelle condizioni di scegliere fra rispettare il Patto di stabilità e quindi perdere ingenti risorse; oppure sforare il Patto, usare i fondi comunitari, ma affrontare insidiose sanzioni”.
Decaro riconosce che, “sforando il Patto di stabilità, riusciremo a immettere nel tessuto economico pugliese 500 milioni di euro”.
Tuttavia, avverte, “saremo costretti ad affrontare il 2013 con il blocco dei mutui e delle assunzioni del personale, e con una sensibile limitazione della spesa corrente”.
Di qui, la stoccata al presidente Vendola: “Sono conseguenze importanti, che avremmo voluto valutare prima, insieme alla giunta regionale. Anche perchè non ci è ancora chiaro se, l’anno prossimo, il presidente Vendola vorrà ancora essere il governatore della nostra regione, e se sarà al nostro fianco quando dovremo fare i conti con queste sanzioni'”.
Come dire: non si possono fare scelte, lasciando a chi verrà dopo l’onere di pagarne le conseguenze.








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