lunedì 29 aprile 2024

24/01/2013 09:00:33 - Provincia di Taranto - Cultura

Sul palco Lea Barletti, Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Filippo Paolasini, Luca Pastore, Fabio Tinella

 
Suoni, veglie e voglie.
Per “Periferie”, la rassegna di teatro e danza del Crest, sabato 26 gennaio, alle ore 21 al teatro TaTÀ, in via Grazia Deledda a Taranto, andrà in scena “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, traduzione e adattamento Francesco Niccolini, regia Tonio de Nitto, con Lea Barletti, Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Filippo Paolasini, Luca Pastore, Fabio Tinella, scenografie Roberta Dori Puddu, scene L.C.D.C., luminarie Cesario De Cagna, costumi Lapi Lou, luci Davide Arsenio, produzione Factory Compagnia.
Biglietto intero 13 euro, ridotto 10 euro (più diritti di prevendita per chi acquista tramite circuito BookingShow). Info: 099.4707948 - 366.3473430 (orario botteghino: mercoledì e venerdì dalle ore 16 alle 19; giovedì e sabato dalle ore 10 alle 13).
Un allestimento ricco di ingredienti interessanti. Intanto, la traduzione e l’adattamento originali di Francesco Niccolini - autore dei testi di Marco Paolini e di molte Compagnie italiane - che nutre un grande amore per Shakespeare e che ha composto un testo in rima (come nell’originale scespiriano) pieno di ritmo e di sorprese.
Ancora, la qualità attoriale degli interpreti, provenienti da ben quattro compagnie professionistiche salentine (Factory, Induma Teatro, Nasca Teatri di terra, Principio Attivo Teatro) unite attorno ad un unico progetto artistico, Factory Compagnia Transadriatica, con il supporto di Terrammare Teatro e Teatri Abitati. Poi la scelta di ambientarlo nel Sud, “in un tempo lontano eppure presente”, con un impianto scenico semplice ed evocativo. Insomma, una versione di “Romeo e Giulietta” che punta il dito, e la penna, non tanto sulle vicende di cuore ma su quelle della violenza e dell’odio cieco, tema cardine nell’opera del Bardo di Stratford-upon-Avon, che mette fine, in modo autoritario e bieco, a giovani vite piene d’entusiasmo e brio.
Gli slanci, tanto quelli passionali del primo amore che tutto travolge, quanto quelli istintivi e brutali della spada che trafigge e dell’onore da purificare, sono le caratteristiche dell’arroganza e della sfrontatezza della gioventù, della prepotenza d’avere tutta la vita davanti.
Alla regia di Tonio de Nitto il compito di sottolineare l’importanza della giovinezza: “la propria, quella dei genitori, e degli adulti che un giorno saremo; non c’è niente da fare, ci ricorda Shakespeare, la giovinezza morirà per tutti. A noi trovare un modo, un miracolo, perché non muoia. Allora impariamo le parole d’amore di Romeo e quelle di Giulietta, impariamole a memoria, par coeur, come dicono i francesi, ché è più bello”.








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