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26/03/2013 18:52:45 - Provincia di Taranto - Cultura

Pierfranco Bruni, già vice presidente della Provincia di Taranto e assessore all’Università, parla di fallimento del “polo” universitario dei baresi a Taranto

 
Pierfranco Bruni, già vice Presidente della Provincia di Taranto e assessore all’Università, e oggi protagonista della vita culturale nazionale, sferra un duro attacco all’Università di Taranto sostenendo che il ruolo di una Università in una città come Taranto avrebbe dovuto mettere in gioco diverse questioni non solo dal punto di vista scientifico e didattico, ma anche culturale e fare da volano per uno sviluppo ragionato su piani occupazionali ed economici.
Afferma: “Non so se bisogna sempre parlar bene dell’Università degli Studi dei “baresi” a Taranto in termini sia di sviluppo territoriale (che non c’è) sia di presenza culturale (che manca)? Non so se, nel corso di questi anni, sono stati considerati i rapporti costo – beneficio a partire dalla fine degli anni Ottanta sino alla messa in opera della Riforma Gelmini (ma proprio di Riforma Gelmini si tratta?) per un territorio come Taranto?”. Bruni rincara la dose affermando: “Non si tratta dell’Università di Taranto ma dell’Università di Bari a Taranto: il discorso è sottile e molto complesso. Io che in anni nascenti, o di mezzo, del percorso istituzionale universitario, ho ricoperto la carica di Assessore provinciale all’Università di Taranto oltre a quella di vicepresidente della Provincia, conosco molto bene come è sorta Economia Aziendale, come è stata fatta nascere dalla Giunta Cantore, come abbiamo sottoscritto il protocollo di intesa per dare vita a Giurisprudenza, come abbiamo dato vita all’allora Diploma universitario in Beni culturali a Martina Franca, poi di colpo smantellato (per quali motivi ancora non giustificati) come abbiamo arricchito la struttura di Scienze Ambientali nelle sue varie sedi”.
Pierfranco Bruni si sofferma anche sulle potenzialità iniziali che l’Università ha messo in campo e disperse nel corso degli anni: “Quando è nata questa Università noi, sia sul piano istituzionale che culturale, abbiamo dato ampia fiducia a Bari. Oggi mi sembra che sia un’illusione. Ecco perché è necessario entrare, come Enti locali, ma anche come dibattito aperto a tutta la città, nei dettagli gestionali ricontestualizzando il caso Università che non ha risolto alcun problema per una città che muore lentamente. L’Università avrebbe dovuto svolgere un ruolo strategico nelle economie culturali e scientifiche della città e la sua presenza doveva essere riferimento di una politica culturale sia scientifica, sia didattica, sia di immagine per una città che paventava una sua inesorabile crisi e un deficit culturale forte, sia occupazionale”.
Toccando gli aspetti politici e propositivi Pierfranco Bruni aggiunge: “Non possiamo più essere considerati baricentrici. Ci vuole una scossa politica seria, e non vane speranze o illusioni, che riveda tutta la questione Università. Io sarò in prima fila per una battaglia coraggiosa, seria sull’Università ma dobbiamo entrare nel cuore del problema, nei dettagli delle questioni, negli intagli dei particolari, nei rapporti tra economia e politica, nelle scelte su una Taranto che abbia coraggio di non essere succube ma in grado di svolgere un ruolo protagonista. Bisogna riconsiderare il patto tra Città e Università senza alcun cedimento altrimenti sarebbe opportuno un dialogo con altre Università e altri poli universitari. In una tale situazione per Taranto, conclude Bruni, avere questa Università non alcun senso”.








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