sabato 27 luglio 2024

29/03/2013 11:36:41 - Provincia di Taranto - Cultura

Un raccontare inedito tra Giuda, Pilato, Barabba, Pietro e Gesù e Maria di Magdala Maria di Magdala: “A te solo ho consegnato il mio amore”

 
di Pierfranco Bruni
 
La Croce prepara la Resurrezione. Nel segno di un camminare tra i luoghi e nomi della fede. Forse è proprio nei momenti in cui ho bisogno di superare la foresta del dubbio e il riparo dalle tempeste è semplicemente una tenda che, cercando tra le mie carte sparse, nei cartigli dimenticati, direbbe D’Annunzio, che trovo o ritrovo o mi vengono incontro i versi inediti di un poeta che oramai è parte integrante non solo dei miei studi mediterranei ma della mia stessa esistenza. Questo poeta mi accompagna e mi segue. Sono io, il più delle volte, a non seguirlo, a non approfondirlo, a depositarlo nelle mie tante cartelle sparse tra le stanze dei miei libri e dei miei studi.
Nazhim Kalim Dakota Abshu (Tunisi 1900 Nizza 1955). Un poeta pellegrino e viandante tra le città e i luoghi di una profonda religiosità. Il poeta della conversione. O meglio il poeta del Mediterraneo degli incontri religiosi e culturali. Ho pubblicato tanto, comunque, su questo poeta tunisino, di cultura e religione musulmana e convertitosi al cristianesimo, ma non abbastanza per renderlo comprensibile e proiettarlo in questo nostro tempo di incertezze e di bisogni di certezze. 1900. 1955. un poeta che nell’età piuttosto matura mi ha “formato”, i cui versi li ho incontrati per un semplice segno del destino o del divino.
Su questo poeta ho “confezionato” conferenze lungo le sponde del Mediterraneo e tra le città dell’Occidente. Un poeta sempre sospeso tra l’Oriente e l’Occidente. Uno dei suoi temi dominanti è stato l’incontro con Cristo e soprattutto con la Croce. Lasciando Tunisi e il suo mondo musulmano ha incontrato il Cristo della Croce ma soprattutto il Cristo prima della Croce con il suo vocabolario di personaggi, di figure, di luoghi che costituiscono una rappresentazione di una geografia reale ma anche di una geografia profondamente radicata alla fede. Queste poesie compongono un paesaggio, letterariamente lirico, ma spiritualmente dentro un messaggio che è quello del perdono del Cristo in Croce.
I versi, tra i frammenti in mio possesso, hanno un loro titolo ben definito: “Versi per la crocifissione”. Il Giuda del tradimento diventa il Giuda perdonato. Il Pilato del lavaggio delle mani è il Pilato che continua a far scorrere acqua tra le dita, il Barabba osannato dalla folla è il Barabba che comprende come si è giunti alla sua salvezza, il Pietro del canto del gallo si porta nei suoi viaggi il costante rimorso di aver rinnegato e il Cristo di Abshu resta il pellegrino della salvezza.
È un poeta, Abushu, che si presenta con le sue metafore. Lo stesso suo nome è un legame di nomi che hanno richiami metaforici. Questi versi si legano, potrebbero essere considerati una appendice della plaquette pubblicata, dal Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, da me curata, alcuni anni fa intitolata “La Croce”. Ma hanno delle aggiunte metafisiche in più. Degli scavi profondamente spirituali perché Abshu tocca i “protagonisti” dell’avventura cristiana e li fa parlare in prima persona. È come se il poeta raccogliesse la loro testimonianza attraverso il loro linguaggio ma anche attraverso la loro versione e visione che va da Giuda, appunto, a Pietro e il Gesù che parla in prima persona ha un suo fascino straordinario perché l’incastro è tra la parola e lo sguardo. Il volto di Gesù nello sguardo della parola ha un misterioso cammino. Il mistero si lega alla speranza e questa alla salvezza.
Nazhim Kalim Dakota Abshu resta il poeta del mio camminare tra le vie dei pellegrinaggi in un incontro in cui l’amore ha sempre un senso. Resta fondamentalmente il poeta della rivelante essenza tra lo sradicamento dell’Occidente e la profondità spirituale di un Oriente dentro il quale riconosco l’incontro tra Gerusalemme, la Mecca e il Tibet. Ma in Abhsu questo viaggiare alla ricerca di Cristo ha come punto di riferimento la fede e l’amore.
La Crocifissione, dunque. Ma ci sono altri versi inediti che recitano il tempo della Resurrezione nel vissuto della Passione. Versi che hanno la profondità della vita e il suono della vita dentro il cammino della Rivelazione. Il testo di Maria di Magdala ha una sua arcana metafisica che intreccia il pensiero alla ricerca delle verità.








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