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04/11/2013 09:53:26 - Provincia di Taranto - Cultura

Il programma dei primi tre giorni della settimana

Lunedì 4 novembre, presso la sede in via Oberdan 71, ritorna il ciclo “CineMatinèe”, che, tutte le mattine dal lunedì al venerdì, a partire dalle 10, prevede cineforum con proiezioni di corti di produzione internazionale, tra cui i titoli premiati nell’ultima edizione dell’ “International Summer Corto Cafè Festival”, ideato da Raffaele Battista, e, a seguire, dibattiti con autori e interpreti.
Il corto previsto per lunedì è “Il Circo della Farfalla” di Joshua Weigel, meravigliosa parabola sulla diversità e sulla capacità di far diventare le nostre debolezze punti di forza.
Molto emblematiche alcune battute: “Ciò di cui ha bisogno questo mondo è un po’ di stupore!” “Più grande è la lotta tanto più glorioso sarà il trionfo.”
 
“L’allegra compagnia di un circo, spostandosi verso la sua prossima meta, si imbatte in un altro circo. Le (tristi) attrazioni che vi si possono contemplare sono la donna barbuta, le gemelle siamesi, la donna più grassa del mondo (con uno strano appetito per polli interi) e, per finire, l’essere umano “rigettato dallo stesso Dio”: l’uomo senza arti (interpretato dal grande Nick Vujicic). E tutti a ridere, a divertirsi. Gli unici a non trovare la cosa molto spiritosa sono gli stessi fenomeni da baraccone, loro che ogni giorno mostrano le loro deformità al pubblico entusiasta. Ma non sono i soli, anche i protagonisti della storia non colgono il grande divertimento degli astanti. Il “mostro” senza arti, grazie ad un equivoco, decide di scappare per stare con “Il circo della farfalla”, a cui crede appartengano gli uomini dell’allegra compagnia iniziale. È così che scopre che il loro circo è diverso, non fa mostra delle deformità, ma sfrutta le potenzialità dei suoi componenti per offrire spettacoli allegri e che diano significato al loro lavoro: troviamo il contorsionista, i trampolieri, l’uomo più forte del mondo, il vecchietto acrobata. Insomma, un mondo diverso in cui non si è più degli oggetti messi in mostra, bensì degli esseri umani che portano divertimento e bontà fra le genti. Troverà anche il nostro uomo senza arti la sua dimensione all’interno della nuova combriccola? A voi scoprirlo vedendo il bellissimo corto di Joshua Weigel (il video è sottotitolato in italiano).” Barbara Picci
 
Alle ore 20.00, per il ciclo “Il Profumo di un Libro”, verrà presentato il libro a tematica GLBT “Per Elisa” di Azzurra Mangani (classe 1986) di Empoli (FI), vincitrice della prima edizione del Premio “Rette Parallele” nel 2011, la cui cerimonia di premiazione ebbe luogo presso la sede dell’Arcigay di Milano. L’intervento critico e le letture di alcuni passi saranno curati dall’attore e scrittore Luigi Pignatelli. Durante l’happy hour culturale, si parlerà, alla presenza di psicologi e sociologi, anche dei vari episodi di cronaca legati all’omofobia, fenomeno del quale Pignatelli ha avuto modo di parlare anche in alcune trasmissioni televisive nazionali qualche giorno fa, tra cui “Live” e “I Fatti Vostri”, portando la propria testimonianza.
“Grandissimo Luigi Pignatelli! Per la tua, la nostra, lotta contro l’omofobia io e i fratelli/sorelle omosessuali, ti ringraziamo! La tua arte e la tua sensibilità, sono la nostra forza!” Anna Maria Borsci
 
Sinossi
Che cosa sarebbe accaduto se… La signora Giannini, definitivamente perduta fra i ricordi del passato ed i rimpianti, continua ancora a domandarselo. La sua lucidità riemerge improvvisamente durante la scrittura di una lettera, abbozzata con le ultime forze, mentre giace in una clinica, gravemente malata e mentalmente instabile; la lettera è rivolta ad una donna, di cui la signora ripercorre l’adolescenza e la scomparsa, confessandole, per la prima volta, i suoi segreti più intimi. Una volta terminata la lettera, la donna ripiomba nel mutismo e nella rassegnazione, consegnandosi nuovamente a tutti quelli che l’accudiscono, impietositi dai suoi deliri. L’unico uomo a poter leggere quelle carte, scioccato dal contenuto, decide di ignorarle. Quella lettera, ultimo e dolce grido di aiuto ed ultima richiesta di perdono, è stata forse consolatoria, ma inutile. Se solo Alessandra fosse ancora viva, sarebbe diverso; se solo potessero incontrarsi ancora, dopo trentadue anni dal primo giorno, potrebbero finalmente spiegarsi e comprendersi. Se solo…
 
Recensione
Come diceva il noto cineasta francese Francoise Truffaut: “il critico è colui che rende conto del suo piacere.” Mai citazione fu più appropriata per raccontare il piacere che ho attinto nell’immedesimarmi completamente nei personaggi creati ad arte dalla giovane autrice Azzurra Mangani. Perché, nel romanzo di Azzurra, vita e scrittura si legano indissolubilmente (non so fino a che punto in maniera autobiografica, interrogativo non da poco) e il lettore non può che fare i conti con uno sfondo narrativo così forte e denso di passione. Almeno io ho ritrovato alcuni miei “demoni personali” nelle lettere scritte dalla Signora Giannini e credo fermamente che quando una persona, confrontandosi con un libro, vi trova qualcosa di sé nei luoghi o nei personaggi, lo scrittore diventa il medium delle emozioni e dei ricordi più reconditi, ruolo svolto egregiamente dall’autrice. Ammetto che mi ero posto in maniera diversa soprattutto all’inizio. Leggendo la sinossi, il tema epistolare mi lasciava un po’ interdetto e ipercritico. Tutti (penso) nella nostra esistenza prima o poi abbiamo affrontato le nostre percezioni più nascoste e intime attraverso una missiva, mettendoci a nudo con un misto di paranoia, ingenuità e sofferenza. Lo dico perché, in un periodo particolarmente solitario della mia breve vita, gli unici miei segni di vita erano, appunto, lettere spedite con frustrazione e sconforto. Insomma, la cosa mi toccava da vicino. Azzurra ha raccontato qualcosa di me con il suo libro. E lo ha fatto con una delicatezza e con una ricercatezza al limite della perfezione stilistica. Poche volte mi è capitato un confronto così duro e liberatorio con un libro. Tralasciando personaggi e luoghi che vi invito a scoprire con una lettura personale e approfondita, c’è una parte che mi ha lasciato esangue, con una stretta fortissima al petto. Le pagine in cui la protagonista racconta il rapporto con la madre prima e dopo la sua dipartita e una serie di situazioni familiari ed esistenziali sorte immediatamente dopo: è vita vera senza forzature o mistificazioni. Mi ripeto (linguisticamente): chi, come il sottoscritto, ha perso una persona cara, con cui ha condiviso una serie incontri/scontri tanto fulminanti quanto vitali, potrà capire la mia disamina. Che intensità, che “insopportabile” soggettività nello stile di Azzurra! Meraviglioso/terribile perdersi tra ricordi e fantasia. E poi una sottile atmosfera di disincantato godimento interiore, ove la sofferenza è capace di risvegliarci dal torpore dei sensi. Infine, una azzeccata colonna sonora di artisti e band dignitose a completare il tutto. Se non è ispirazione questa… Consigliato agli amanti delle sensazioni pure.” Eduardo Vitolo
 
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Martedì 5 novembre alle ore 10.00, presso la sede in Via Oberdan #71, per il ciclo “CineMatinèe”, verrà proiettato l’episodio “Cosa sono le nuvole” di Pier Paolo Pasolini, tratto dal film corale “Miracolo all’italiana”.
 
“Eeeeh, figlio mio... Noi siamo in un sogno dentro un sogno.” recita Totò, nei panni di Jago.
La storia è una rivisitazione dell’ “Otello”, recitato da un gruppo di marionette (Totò, Ninetto Davoli, Franco FranchiCiccio IngrassiaLaura Betti, Adriana Asti), che, sulla scena, interpretano i ruoli shakespeariani ma, dietro le quinte, si pongono delle domande sul perché fanno ciò che fanno. La rappresentazione è interrotta dal pubblico che, nel momento più drammatico, l’omicidio di Desdemona (Laura Betti) da parte di Otello (Ninetto Davoli), irrompe sulla scena e, disapprovando i comportamenti di lui e di Jago (Totò), li fa a pezzi. Lo spazzino (Domenico Modugno) getta, cantando, le due marionette in una discarica, dove i due fantocci rimangono incantati a guardare le nuvole e notano la “straziante bellezza” del creato. Il cortometraggio prende il titolo proprio da questa scena finale.
Questo episodio è l’ultima pellicola cinematografica in cui appare Totò ed è l’ultimo film girato dall’artista: “Capriccio all’italiana” uscì nel 1968, mentre le riprese dell’episodio pasoliniano erano state effettuate tra il marzo e l’aprile dell’anno precedente. Totò, morto il 15 aprile 1967, non ebbe mai modo di vedere la pellicola.
 
Alle ore 20.00, per il ciclo “Il Profumo di un Libro”, verrà presentata la silloge di poesie “Passioni – Omissioni & Digressioni di Colpa” di Tonino Rizzo, curata da Luigi Pignatelli, che ne è il Ghost Writer. L’incontro sarà introdotto dal recital teatral/musicale “InCastro d’Estasi”, elaborazione drammaturgica dell’opera edita, portata in scena dagli allievi del laboratorio di arti sceniche “Sulla rotta di Artaud”. L’intervento critico sarà curato da Michela Albano.
 
Recensione
“Il “giovane” maestro ha guidato il grande allievo, lungo il sentiero dei ricordi, snocciolando e con/sov-vertendo la retorica, in favore di una libertà di pensiero e di azione, che ben si sposa con la poetica, a tratti manichea, di Antonio Rizzo. La cifra estetica di Luigi Pignatelli, autore-ombra (in technicolor) della silloge, ben si evidenzia e si connota nell’architettura contratta, oscillante, speculare, paritetica dell’intera opera edita, nella regia della pagina e nella scelta dello stile, che scardina e ribatte (dietro le quinte e/o sulla ribalta teatrale e quotidiana) la coinvolgente, atemporale, eufonica sperimentazione della/sulla parola, in cui sillogismo e paretimologia si fondono e danno luogo ad arringhe plurivoche. “il tuo emisfero / fraziona e metabolizza la mia scrittura / il mio pensiero / sfida a dadi la tua bocca” Alea iacta est. E due piccoli grandi uomini diversissimi (ateo & comunista l’autore, credente & moderato l’editor) si spalleggiano, si confrontano, si confortano, per riscrivere, a quattro mani, con inchiostro colorato, la pagina bianca del destino.” Michela Albano
 
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Mercoledì 6 novembre alle ore 10.00, presso la sede in Via Oberdan #71, per il ciclo “CineMatinèe”, verrà proiettato il corto “Anomia” di Federico Paolini,  interpretato da Francesco Giansanti & Luigi Pignatelli, prodotto da CGS – CineCircoli Giovanili SocioCulturali e girato a Roma con il patrocinio di Roma Capitale.
 
Eccone, in breve, la trama: Marco, giovane ventenne, studente di archeologia, conduce una vita tranquilla, dividendosi tra amici, sport e università. Un giorno, con lo scopo di trovare un lavoro su internet, si imbatte nel social network Facebook e si trova catapultato, improvvisamente, in un mondo che non gli appartiene, in cui tutto gli appare troppo diverso dalla sua realtà di vita.
 
“Il termine anomia, – spiega l’attore Luigi Pignatelli – dal greco a (senza) e nomos (norma)significa letteralmente assenza o mancanza di norme. Come è noto, le norme sono necessarie e funzionali alla regolazione del comportamento sociale di individui o collettività (gruppi, organizzazioni, istituzioni). Per il sociologo francese Émile Durkheim, l’anomia è uno stato di dissonanza cognitiva tra le aspettative normative e la realtà vissuta. Lo stato di anomia definirebbe, in sostanza, una caratteristica del sistema culturale di riferimento (norme, valori e tradizioni), in cui l’individuo si trova inserito e non la reazione a questo, quasi che l’anomia rappresentasse in Durkheim l’antitesi della solidarietà sociale: da una parte la rappresentazione di un gruppo, dall’altra, con lo stato di anomia, il suo disintegrarsi. Ed è proprio alle teorie di Durkheim che si ispira il corto, una vera e propria denuncia dell’incomunicabilità figlia dei social network, che nella rete virtuale imprigionano anime vaganti, annichilendo i sensi. Io interpreto Daniele, colui che stravolge la vita di Marco, novello Dante che si ritrova a percorrere un viaggio tra i gironi dell’Inferno del terzo millennio, la nostra stessa Terra, vittima e carnefice di una realtà che ci imprigiona, ci governa, ci omologa. Io sono per Marco un Virgilio lucido e asettico, lo conduco in un mondo di automi, in cui il virtuale diventa virtù e l’oralità diviene proibizione. Ma, nell’assenza di norme, il terremoto dei tasti, lento, inesorabile, produce calamità, il mouse impazzito balbetta frasi di dubbio senso e il display segnala ripetutamente errore.”
Nel cast artistico anche Matteo Muzi, Martina Manca, Giacomo Volpe.
 
Alle ore 20.00, per il ciclo “Il Profumo di un Libro”, presso lo Studio d’Arte di Via Oberdan #71 a Taranto, verrà presentata l’opera edita “SOS Bangladesh – Il Futuro in una biblioteca”, antologia curata da Santa Vetturi e promossa dall’Associazione culturale “Virtute e Canoscenza”, che raccoglie i contributi di 58 autori italiani (poeti, scrittori, fotografi e artisti). Il libro è patrocinato dal Comune di Bari, dalla Provincia di Bari e dall’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) – Sezione Puglia. I proventi della vendita dell’antologia sono finalizzati a sostenere il Rishilpi Development Project, che ha lo scopo di fornire biblioteche alle scuole dei villaggi bengalesi in cui l’Onlus Rishilpi opera. Regalare o regalarsi il libro sarà un gesto di grande solidarietà e di speranza per il futuro del Bengala.
In anteprima, verrà letta anche qualche pagina del volume di prossima uscita “BangladesHelp”, con le stesse finalità.








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