mercoledì 15 maggio 2024

02/09/2009 22:55:27 - Provincia di Taranto - Cultura

Docenti, associazioni culturali, vecchi dirigenti scolastici ed ex alunni insieme per la tutela del liceo e del Palazzo degli Uffici

 
“Riusciranno mai i docenti, gli studenti e i genitori del Liceo statale Archita a vedere iniziati e
portati a termine i lavori di ristrutturazione dell’ex Palazzo degli Uffici, dove ha sede il più glorioso e prestigioso liceo della nostra città?
Riusciranno mai i cittadini di Taranto a non vedere più quel palazzo, in stato di semiabbandono, da tempo immemorabile transennato, completamente accerchiato da impalcature e con infissi e finestre divelte?
Riusciremo mai tutti quanti noi a vedere un giorno restituito alla città e alla fruibilità di cittadini, studenti, docenti e loro famiglie un bene comune, un Palazzo, che potrebbe essere un edificio di pregio, un vero e proprio monumento e che oggi appare ridotto ad un quasi rudere?”
 
Con queste parole, già cinque mesi fa i docenti del Liceo Statale “Archita” avevano rotto il silenzio e lanciato un grido d’allarme sulla situazione di precarietà in cui versava la sede del più antico liceo della nostra città, denunciando il profondo disagio in cui da sette anni erano costretti ad operare e chiedendo l’immediato inizio dei lavori di ristrutturazione del Palazzo degli Uffici in modo da dare all’Archita una sede degna di questo nome, adeguata e sicura.
Anche allora ci fu una fiammata, la stampa ne parlò, ci furono le solite assicurazioni, si disse che i lavori sarebbero iniziati a breve. Poi, di nuovo, un silenzio durato cinque mesi.
Sarebbe troppo lungo fare la storia di questi sette anni. Dapprima il Liceo Archita fu spostato dalla sua storica ala dell’edificio, che era meglio conservata, in un’altra ala, quella dell’ex Istituto magistrale Livio Andronico, perché l’inizio dei lavori sembrava imminente. Poi fu interdetto il terzo piano di quell’ala e, dal momento che la scuola era in espansione, fu necessario trovare nuovi locali presso l’ex scuola media Mazzini e successivamente in via Bruno. Intanto l’impresa incaricata di eseguire i lavori di ristrutturazione si limitava a togliere progressivamente spazi alla scuola, ad eseguire lavori volti a saggiare la stabilità dell’edificio e a demolire infissi, porte e finestre. La promessa era sempre quella: l’imminente inizio dei lavori.
Una storia che ha avuto il suo epilogo nella calura di questa estate agostana, quando la situazione di quella che, per unanime riconoscimento resta, nonostante tutto, la scuola più prestigiosa della nostra città, vero e proprio luogo di produzione culturale, è riesplosa con grande clamore.
Ma con quale risultato? Che all’Archita è stato amputato l’ennesimo pezzo della sua sede centrale, che il suo smembramento continua, con diciotto classi che, per fortuna e per esplicita volontà dell’Amministrazione provinciale, resteranno nei locali del primo piano del Palazzo degli Uffici, con altre venticinque classi che resteranno nell’ex scuola Mazzini di via Pitagora e con altre quattordici classi ancora oggi alla ricerca di una sistemazione.
Una situazione che non può durare a lungo. Ė da anni ormai che questa nostra scuola è smembrata in tre plessi. Una situazione logisticamente infelice e precaria che ha già portato ad un decremento della popolazione scolastica e che non può essere tollerata ulteriormente pena il deperimento totale della scuola stessa. Una istituzione scolastica, sebbene impegnata in tante attività culturali, come è avvenuto nel corso di tutti questi anni per l’Archita, difficilmente può sopravvivere in una situazione di incertezze e di instabilità. Per questo siamo ormai ad un punto di non ritorno. Il problema della ristrutturazione del Palazzo degli Uffici e quindi della restituzione all’Archita di una sua sede unitaria e certa è diventato ineludibile. Non bastano più le promesse. Vogliamo fatti, certezze, una data sicura di inizio dei lavori. Perché nessuno, crediamo, stia pensando alla morte dell’Archita. Perché nessuno, crediamo, stia pensando di poter fare a meno di una scuola che è un pezzo di storia di questa città, e nessuno, crediamo, sia tanto folle da poter immaginare che questa città possa ulteriormente essere depauperata sul piano culturale e scolastico. Ė come se Bari si volesse liberare dell’Orazio Flacco, Roma del Mamiani, Milano del Parini e così via.
Per tutte queste ragioni è nato un Comitato. Il Comitato pro Archita e Palazzo degli Uffici, costituito il 26 agosto presso la circoscrizione Borgo, eletta come sede del Comitato stesso. Ed è un Comitato permanente, formato spontaneamente da docenti, studenti, genitori, ex docenti, ex studenti dell’Archita, da cittadini e a cui hanno già dato la loro adesione intellettuali, altre figure di rilievo e associazioni culturali. Un Comitato che è aperto ad altre adesioni di cittadini, e di quanti hanno a cuore le sorti della nostra città.
Un Comitato che non è contro qualcuno (è apprezzabile, anzi, quello che sta facendo l’Amministrazione provinciale di Taranto per risolvere l’emergenza e per consentire all’Archita un inizio regolare dell’anno scolastico così come è apprezzabile la volontà politica di Comune e Provincia di Taranto di far rimanere l’Archita nella sua sede storica) ma per qualcosa, che vuole interloquire con le Istituzioni locali e che si propone questi obiettivi:
operare per dare, nell’immediato, una stabilità sia pure temporanea all’Archita, in attesa della sua definitiva e totale ricollocazione nel Palazzo degli Uffici;
 operare perché i lavori di ristrutturazione del Palazzo degli Uffici abbiano inizio in tempi rapidi e certi, superando, senza esitazione, incertezze e difficoltà varie che finora si sono frapposte all’avvio dei lavori; 
dare all’Archita, a ristrutturazione avvenuta, una collocazione unitaria e stabile nella sua sede storica.
A questo scopo il Comitato si propone di promuovere iniziative, dibattiti, confronti, di avanzare proposte, di suggerire soluzioni, di mantenere viva l’attenzione su questo tema, di far diventare il problema del Palazzo degli Uffici e dell’Archita un problema della città e dell’opinione pubblica.
Non vogliamo che, dopo questa vampata agostana, il tutto ricada nel silenzio. E soprattutto vogliamo che l’Archita ritorni al suo antico splendore, che il Palazzo degli Uffici sia restituito alla fruibilità dei cittadini e ridiventi il cuore pulsante della vita culturale e scolastica del Borgo e dell’intera città.
 
IL COMITATO
Docenti:
 Proff. Nella Abruzzese, Mario Bosco, Ileana Brisci, Tiziana Dattuomo, Maria Pia Dell’Aglio, Patrizia De Luca, Renato De Luca, Maria De Lucia, Loredana Flore, Adriana Murri, Daniela Nicol, Nino Palma, Francesca Panarelli, Anna Picasso, Sandra Piccinno, Franca Poretti, Stella Rostro, Marcello Traversa, Gisa Villani, Palma Violante, Cetty Vitale.
Ex-Dirigenti:
Franca Schèmbari, Tommaso Anzoino
Ex-docenti:
Adolfo Mele, Annamaria Morelli, Roberto Nistri, Vanna Percaccio, Serafina Sangirardi, Rosanna Santagada, Nora Spataro, Flora Stefàno.
Ex-alunni:
Giancarlo De Cataldo (magistrato e scrittore), Alessandro Leogrande (giornalista e scrittore), Giovangualberto Carducci (Dirigente scolastico e storico), Gianfranco Mandese (editore), Piero Massafra (storico ed editore), Nicola Mandese (libraio), Pippo Mazzarino (giornalista e scrittore), Carlo Petrone (avvocato e operatore culturale), Annapaola Petrone Albanese (Presidente “Amici dei Musei”),  Gianluca Lovreglio (storico), Luca Signorelli (vicepresidente Circoscrizione Borgo), Marco Sebastio (presidente Commissione Cultura Circoscrizione Borgo).
Enti, Associazioni culturali: 
AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica- Delegazione di Taranto), AMICI DEI MUSEI, Societa’ di storia patria (sezione tarantina), Circolo ARCI-FUTURJA, LEGAMBIENTE, Casa del Libro (F.lli Mandese)
 
 
 
 








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