sabato 27 aprile 2024

06/09/2009 15:38:32 - Manduria - Speciale

E’ di pochi giorni la notizia del primo impianto fotovoltaico in Puglia interamente progettato e realizzato sul tendone d’un vigneto d’uva da tavola

 
E’ di pochi giorni or sono la notizia dell’esercibiltà del primo impianto fotovoltaico in Italia interamente progettato e realizzato sul tendone d’un vigneto d’uva da tavola. Già, avete letto bene, proprio su un vigneto d’uva da tavola, una nuova scommessa vinta dai sostenitori delle fonti energetiche alternative, dopo la prima realizzazione tutta italiana di circa un anno fa su un frutteto. Non a caso la regione in cui questo avveniristico progetto lascia il cartaceo per sposare la realtà con un piede già nel futuro è la nostra amata Puglia, non a caso questa sfida altamente ecologica, dal sapore enologico, parte proprio da una delle regioni peninsulari maggiormente baciata dal sole.
Le cifre in gioco sono da capogiro in tutti i sensi, una vera scommessa da parte di chi c’ha creduto, sposando quest’avventura energetica ed aprendo una finestra nel futuro. Si parla infatti di 280 mila euro per il costo di produzione dell’impianto un generatore fotovoltaico da 50 Kwp (chilovatt di picco, ovvero la potenza massima a cui è stato dimensionato l’impianto), 1000 metri quadri di questo vigneto coperto, di circa 3 ettari, 60mila kwh (chilowatt per ora) all’anno, una tariffa incentivante massima di 0,44 euro per ogni kwh prodotto, oltre alla vendita dell’energia elettrica ceduta alla rete. Infatti l’energia prodotta verrà utilizzata per riscaldare sì il vigneto, ma l’energia in esubero verrà venduta al mercato elettrico, che riconosce al produttore la tariffa incentivante per 20 anni.
Fin quì nulla di nuovo, la notizia è stata divulgata su diversi quotidiani, destando forte curiosità, nonchè perplessità, non solo nei più scettici. Solo pochi anni fa sarebbe stato proibitivo pensare di coniugare agricoltura e tecnologia a tal punto da produrre sullo stesso tendone sia l’uva Victoria che l’energia elettrica, sarebbe stata follia allo stato puro anche la remota idea progettuale.
Non si sono ancora spente le luci della ribalta su tale notizia e già si parla dell’imminente ulteriore intervento di circa 30milioni di euro su altri 6 impianti da 1 Megawatt, un’opera di notevole spessore che sicuramente farà parlare per la sua importanza. Ironia della sorte, tutto questo avviene nella nostra amata Puglia, una terra tanto baciata dal sole, con un potenziale termico tanto elevato da far sembrar nulla a confronto l’efficienza termica del progetto tedesco di Koethen. E già, perchè in pochi sanno che i cugini teutonici si sono mossi in anticipo, con l’imminente realizzazione in Germania, a Koethen, di una centrale solare da 46Mw, con ben 210mila moduli cristallini (che vediamo nella foto). La costruzione della centrale sarà lanciata a fine 2009, sul sito di un vecchio aeroporto militare ed altri progetti sono in corso, di cui uno da 15Mw per l’aeroporto di Eberswalde.
Tutto questo avviene mentre il nostro stesso territorio pugliese è candidato dall’attuale governo italiano come probabile “sito ospite” di centrali energetiche “alternative”, come probabile mirino dei tanto decantati “progetti nucleari di terza generazione”. La Puglia di aeroporti dismessi forse non ne ha, ma di certo avrebbe sole da vendere alle fredde, seppur infinite distese teutoniche.
Qualche lettore sarà già rimasto stupefatto dallo spettacolo che improvviso si presenta attraversando le campagne tra Faggiano e Lizzano (che vediamo nella foto): un campo fotovoltaico lambisce la strada, regalando all’osservatore uno strano mix tra passato e futuro, tra la realtà rurale degli ulivi e l’ipertecnologia dei pannelli fotovoltaici. Di certo non è l’idealità per l’ispirazione di poeti bucolici, di certo tale scenario non avrebbe fatto impazzire Publio Virgilio Marone, di certo è ben lontana dal quadretto dei nostri cari verdi uliveti secolari tanto amato dalla celluloide non solo nostrana, di certo non è quella foto scattata da molti con l’obiettivo del proprio cuore prima di emigrare altrove in cerca della fortuna non trovata in terra natia.
Si tratta di impianti a terra con strutture fisse che non necessitano di plinti di fondazione, riducendo così al minimo l’impatto sul terreno e permettendo così un giorno di ripristinare l’area senza comprometterne il terreno e restituendola alle attività preesistenti al termine del ciclo di vita dell’impianto. Il primo impianto, da 1MW, è costituito da circa 4000 moduli di cui 3400 con tecnologia in silicio policristallino e 600 con tecnologia in amorfo. Ciascun modulo policristallino ha una potenza di 280W, mentre i moduli in amorfo di 80W. L’impianto Masseria Rossa 2 è invece composto da circa 2300 moduli fotovoltaici in silicio policristallino. A realizzare il progetto è l’azienda spagnola del Gruppo, 9REN Espana, già leader in materia nel proprio paese e con mire espansionistiche in tutta l'area del mediterraneo.
Cosa sarebbe dello stesso luogo se al posto dei pur freddi pannelli (inclinati ad arte per raccogliere quanto più intensamente i baci solari ) un giorno sorgesse un enorme fungo di terza generazione? Cercando di saper sempre mantenere il giusto equilibrio e rispetto per il pianeta di cui siamo graditi, ma spesso scortesi ospiti, sarebbe ragionevole strizzare l’occhio alla prima fonte della nostra vita e non certo solo per una gradevole quanto fugace tintarella estiva. L’amico, nonchè fratello, Sole potrebbe illuminare sempre più l’intelletto dei più lungimiranti, permettendo di scorgere nuovi orizzonti, anzichè tramonti solo apparentemente innovativi.
Sembrerebbe incorrelata da tutto questo la seguente notizia: “il miliardario texano Tim Burton, presidente della JMJ Holdings, sta sbarcando a Bari, acquisendo l’A.S. Bari Calcio”. Il coefficiente di correlazione tra i 2 eventi è praticamente nullo se non si conosce il campo in cui la MJM Holdings si muove; è invece tendente all’unità per chi ha già sentito parlare di questa multinazionale, impegnata (udite udite) proprio nel fotovoltaico. Tralasciando il rettangolo di gioco e riportando ad altre sedi i sogni di gloria calcistici, spontaneo viene catalizzare l’attenzione su quelli che potrebbero essere i probabili sviluppi futuri. Seppur amante del calcio ed innamorato empaticamente del tifo barese, di certo “zio Tim”(come è stato amichevolemte ribattezzato) sta ben utilizzando la propria intelligenza emotiva, ponendo in Puglia solide basi per nuovi scenari, per poi magari proiettarli su palcoscenici europoei. Chissà cosa si saran detti, all’ombra del S. Nicola, il miliardario texano, i suoi amici coreani della Hyundai e le autorità comunali ivi presenti.
Chissà quale tornado benefico dall'alto potenziale energetico potrebbe a breve abbattersi sulla nostra regione, chissà cosa ne penseranno le classi politiche proiettate con i loro sguardi al “fungo di terza generazione”.
Pur continuando a sognare per la mia amata Puglia un futuro, con mare ancora cristallino, campi di grano, uliveti secolari e vigneti, rivolgo lo sguardo in alto ed ammiro l’amico sole, un sole carico d’energia e, mai come ora, di speranza per le future generazioni. In una terra ricca di vigneti come quella salentina mi verrebbe spontaneo far rimbalzare la palla, coinvolgendo nel discorso gli innumerevoli consorzi disseminati sul territorio. Il “Primitivo Sole” potrebbe presto diventare, grazie alla maestria dei nostri maestri vinicoli, prelibatezza per il palato più raffinato. Chissà se ci stiano già pensando i diretti interessati del settore, chissà quale espressione assumerebbe il consumatore nell'apprendere da etichetta di aver contribuito indirettamente alla salvaguardia della nostra tanto cara Terra.
Maliziosa nasce infine una domanda per l’amico appena sbarcato in terra pugliese: caro zio Tim, cosa ne penseresti dell’UVA FOTOVOLTAICA?
In fervida attesa della risposta texana, per ironia della sorte fresca ci giunge la notizia del prossimo accordo di collaborazione sulla ricerca atomica tra Ansaldo Nucleare (gruppo Finmeccanica) e l’americana Toshiba Westinghouse, in occasione della prossima visita del ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, negli Usa prevista per il 29 settembre. Transcodificando per i meno informati, ciò vorrebbe dire che il nucleare di terza generazione è già alle nostre porte.
Anche se per tutt’altri motivi, da qualche parte è già possibile leggere: Let's go Tim,we've a dream.........
 
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