domenica 19 maggio 2024

22/09/2009 06:32:48 - Manduria - Speciale

Tanta sporcizia, ovvero le ferite dell’umana stupidità

 
Nel silenzio interrotto solo dai miei passi percorro per l’ennesima volta uno dei tanti viottoli che improvvisamente lascia posto ad uno scenario da cartolina. Son arrivato sulla mia spiaggia, sulla nostra spiaggia, su quel lembo di sabbia che mille volte sognerò dalla mia scrivania d’ufficio nelle buie giornate invernali, quel pezzo di paradiso in cui tante volte continuerò ad affacciarmi durante weekend deserti per fissare scatti da regalare all’eternità anche quando il resto del mondo sarà lontano da queste chiare, fresche e dolci acque. Penso a cosa sia questa spiaggia nei giorni estivi di picco, alla lotta per conquistarsi il tanto sudato metro quadro in cui stabilire, nonchè stabilizzare, l’ombrellone ed egoisticamente un pò godo della fortuna da condividere oggi con i pochissimi fortunati in spiaggia. La mia compatta Nikon S510 è sempre con me, la porto ovunque e con essa (la sento quasi pulsare, quindi mi verrebbe da scrivere con lei) condivido momenti, sensazioni, colori da poter condividere col mondo. Un ottimo scatto può essere visto come creatura da non relegare in una cartella digitale, bensì come un’emozione vissuta da poter poi regalare al prossimo... in questo consiste la magia dell’attimo catturato. Spesso queste emozioni vengono raccolte in videoclip con opportuno sottofondo musicale e poi lanciate al mondo attraverso il social network più “cool” del momento, riscontrando feeback empatici che ben ripagano del tempo impiegato nel montaggio. Oggi però i miei occhi non si posano su quel mare già immortalato un numero infinitamente maniacale di volte in ogni sfumatura, già osannato in ogni salsa nel gruppo da me fondato in quel social network e dedicato proprio a San Pietro in Bevagna.Oggi il mio sguardo si posa sulle ferite provocate dall’umana stupidità. La sabbia presenta ovunque segni del nostro mancato rispetto verso la natura, della nostra ignoranza nel trascurare un conto che comunque prima o poi ci verrà presentato con i dovuti interessi. Bottiglie in vetro, bombole per fornelli, contenitori per alimenti in alluminio, bicchieri e bottiglie in plastica, montagne di mozziconi di sigaretta depositati ovunque.....questi sono solo alcuni degli oggetti testimonianti l’umana imbecillità, la totale ripugnanza per le bellezze che madre natura ci dona quotidianamente. I vacanzieri vikinghi (senza con questo offendere popoli forse ben più civili) avranno ben pensato “posso pur imbrattare la spiaggia in questi giorni, tanto poi vado via e ci torno il prossimo anno quando l’avranno ripulita”. La forte voglia sarebbe di sbattere in faccia a tutti coloro, periodicamente durante l’anno, il risultato non solo delle imminenti mareggiate invernali,ma anche quello conseguente al loro modus vivendi. Non sarebbe però gratitudine per la nostra dimora terrena, inconsapevole delle nostre malefatte culinarie, etiliche....etc. Decido pertanto di non risultare prolisso e/o logorroico, affidando ermeticamente la rabbia per cotanto scempio più che alle mie parole, agli scatti che lo testimoniano, quegli stessi scatti che tante altre volte hanno catturato bagliori d’eternità. E già, perchè anche quei rifiuti scaricati sul bagnasciuga parlano d’eternità, quella descritta dal buio delle nostre coscienze tutte.
 
Oronzo Lavermicocca








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