Questa sera, alle 18,30, sarà presentato e proiettato il documentario “Salina dei Monaci di Bevagna: biodiversità in riva al mare”, realizzato da Domenico Nardone, Luigi De Vivo, Giuseppe Mariggiò e Giuseppe Fanuli
Una serata dedicata alla biodiversità in riva al mare e, più
nello specifico, alla salina di Torre Colimena.
nello specifico, alla salina di Torre Colimena.Questa sera, alle 18,30, sarà presentato e proiettato il documentario “Salina dei Monaci di Bevagna: biodiversità in riva al mare”, realizzato da Domenico Nardone, Luigi De Vivo, Giuseppe Mariggiò e Giuseppe Fanuli. Nel corso della serata, in programma a partire dalle ore 18,30 al Consorzio Produttori Vini, interverranno anche Fulvio Filo Schiavoni, in qualità di autore, Alessandro Mariggiò, direttore delle Riserve Naturali, e Giovanni Colonna, console del Touring Club Italiano. Modera i lavori Anna Gennari.
«Il video che presenteremo questa sera propone temi, contenuti e prospettive anticipati nel sottotitolo: “Biodiversità in riva al mare”» annuncia Domenico Nardone, operatore culturale mandurino appassionato di ecosistemi, già autore di diverse pubblicazioni a carattere scientifico. «Si parla di animali e di piante, di quel patrimonio comune che si trova al centro degli ecosistemi sui quali facciamo affidamento per vivere, di quegli organismi che noi e molti altri animali utilizziamo come cibo, sia allo stato selvatico che in coltura.
Abbiamo voluto documentare in un video la ricchezza di forme di vita “in riva al mare” e in particolare nella nostra salina, per offrire agli insegnanti che volessero affrontare questo argomento un sussidio semplice e accattivante da mostrare ai loro allievi. La scelta di questo ecosistema è stata dettata dal fatto che il litorale è uno dei pochi lembi di territorio non assoggettati a coltura, quindi con chiari caratteri di naturalità, e anche dal fatto che è tra i più aggrediti e maggiormente minacciati nella loro esistenza. Perciò merita iniziative per la sua tutela. Da una mia ricerca, risultano 208 specie, 9 non censite in precedenza e una, “Asperula aristata”, non riportata per la Puglia nella “Flora d’Italia” di Sandro Pignatti».

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