venerdì 26 aprile 2024

20/07/2019 08:30:08 - Manduria - Cultura

Un nuovo documento sembra fornire ulteriore prova a quanto avevo ipotizzato, circa un anno fa, riguardo all'elevazione di Manduria al rango di Città

  Un nuovo documento sembra fornire ulteriore prova a quanto avevo ipotizzato, circa un anno fa, riguardo all'elevazione di Manduria al rango di Città.

  Anche questa notizia, che si aggiunge alle altre di cui avevo parlato diffusamente nel precedente contributo 1, anticipa di oltre un secolo l’avvenimento che gli storici locali hanno finora fissato al 14 febbraio 1895, giorno in cui Re Umberto I concesse (o, secondo i nuovi dati acquisiti, dovremmo dire riconcesse) al Comune di Manduria il prestigioso titolo civico.

  Il documento in questione é tratto da una rivista curata dell’abate Michele Mallio, nota figura di poeta e scrittore, marchigiano di nascita e attivo nella Roma di fine Settecento di papa Pio VI, dove fu emulo e rivale di Vincenzo Monti . 2

  La pubblicazione denominata Annali di Roma stampata dal 1790 al 1797, era ispirata al modello degli Annales politiques, civiles et littéraires du dix-huitième siècle (usciti a Londra nel marzo 1777 e stampati, con alcune interruzioni, fino al 1792 a cura di Simon Nicolas Henri Linguet), ed era una sorta di almanacco, con periodicità trimestrale, in cui erano indicati e commentati i più importanti avvenimenti politici, economici e sociali verificatisi negli Stati europei del tempo. 3

   Il numero preso in considerazione che va “da Gennaio a tutto Marzo 1791”, per il mese di “Gennaro 1791” riporta, come importante avvenimento verificatosi nel Regno di Napoli, il seguente:

 

 “Napoli vede con piacere il nome di una città greca riviver di nuovo, e decorare il paese che s’innalzò sulle sue provincie.

  Chiunque sia versato alcun poco nella storia antica ignorar non può in alcun modo le glorie, ed i fatti di quella parte della Grecia, che di presente nella Sicilia e nel Regno Napolitano è compresa.

  Una delle più illustri provincie è sicuramente quella di Otranto, chiamata anticamente Messapia dal nome del Re Messapo, che venne dal mare Adriatico per approdare in Italia, onde porger soccorso a Turno contro di Enea.  I Cretesi, e gl’Illirici fatta società con il popolo di Locri, vennero in queste spiagge Adriatiche e vi stabilirono la loro sede.

  In cotesta illustre provincia sorgeva la Città di Manduria, una delle antichissime Repubbliche Greche, che ivi fiorirono. Il tempo divoratore, che colle sue grand’ali si posa sulle più alte montagne,  e le spiana; passa sdegnoso sulle più illustri Città, e le distrugge dai fondamenti, avea fatto sentire ancora a Manduria la sua terribil possanza, ed era stata, per così dire, annullata.

  I suoi abitatori per altro, e quelli de’ suoi contorni cercando di formarsi un asilo raccolsero questi pregevoli avanzi, ed in tempi assai dai nostri lontani edificarono nello stretto luogo un paese di poi conosciuto con il nome di Casal nuovo.

  Questo infelice terreno, che avea goduto un giorno delle dolcezze della libertà, di cui i popoli della Grecia eran cotanto gelosi, divenne soggetto al feudale governo; forte a cui sono state soggette le più cospicue Città del regno Napolitano.

  Fortunatamente per lui questo paese è ricaduto nel Dominio reale, ed avendo i suoi Cittadini richiesto al loro Sovrano di poter riprendere le prerogative, ed il nome della loro antica Città, hanno per mezzo d’un Real Dispaccio ottenuto di poter chiamare la loro patria col nome di Città di Manduria; e per ordine del Monarca è stata fatta in tutto il Regno la pubblicazione solenne.

  Non può abbastanza comprendersi quanto ciò sia vantaggioso, ed utile ad un Impero. Oltre che gli accresce un maggior lustro, e maggiori Sudditi, dilatandone la popolazione, per l’attività che prendono gli abitanti della nuova Città, ciò serve ancora d’un forte stimolo per gli altri, che aspirano al medesimo onore per ingentilirsi ognor più, per rendersi ognora più colti, e per introdurre nella lor patria le arti utili, e le scienze; e così meritare di esser anch’essi annoverati nel rango delle città.”.  4

 

  Seguendo le incomplete conoscenze storiche dell'epoca, il testo (appena trascritto) dell’abate Mallio colloca erroneamente l’antica Manduria messapica (le cui rovine spesso erano tappa dei viaggiatori stranieri del Grand tour), fra le città della Magna Grecia. Ma per quanto riguarda l’avvenimento che l'autore segnala ai suoi lettori (ossia la restituzione del nome e del rango di città), ritenuto così interessante da essere l'unico riportato per il reame napoletano, il Mallio si pone in linea con la notizia che verrà poi data dal geografo Giuseppe Maria Alfano nel volume “Istorica descrizione del Regno di Napoli diviso in dodici provincie“, pubblicato  nel 1798. 

   Come già avevo rilevato in precedenza 5, nelle note di aggiornamento di quel volume, riportate alla fine, era stato aggiunto: “CASALE NUOVO: oggi detto Manduria per Sovrano Comando, e dichiarata anche Città di grazia.” 5 Questa notizia era stata pure confermata nella successiva ristampa del libro del 1825, in cui Manduria veniva indicata, in via definitiva, come Città, non più come Terra, mentre la voce era  riportata direttamente nel testo (riveduto ed aggiornato) e non più nelle note di fine volume. 6

   Tuttavia, nonostante questa nuova conferma, data dall’abate Mallio, resta da risolvere la questione dell’individuazione dell’anno in cui la concessione del titolo di Città sarebbe avvenuta. La questione, infatti, si complica per la mancanza di date, anche se, con il nuovo documento acquisito, sembra avviarsi a soluzione proprio nella direzione che avevo già indicato.

   In effetti, la data di stampa degli Annali del Mallio (Gennaio 1791), avvicina ancor più, rispetto al volume dell’Alfano, il  “terminus ante quem” al 22 Settembre 1790, giorno in cui fu emesso il noto bando del Preside (o governatore) della Provincia di Lecce, comm. Francesco Marulli, per la esecuzione del provvedimento reale, datato 14 Novembre 1789, di restituzione alla nostra Città dell’antico nome. L’esecuzione del decreto regio, come si legge nel bando, tardava ad arrivare e furon fatti solleciti dal Comune di Manduria perché ciò avvenisse.

  Ribadisco in questa sede che la mia personale convinzione è che il conferimento del titolo civico sia coevo alla restituzione del nome di Manduria e che, quindi, lo si debba far risalire all’anno 1789 e, forse, allo stesso provvedimento regio di Ferdinando IV di Borbone di attribuzione dell’antica denominazione. Ciò secondo quanto specificava nel bando lo stesso Preside della Provincia di Lecce, il quale precisava che Ferdinando IV di Borbone aveva autorizzato all’Università (ossia al Comune) ed ai Cittadini (che, dicevo, vengono per l’occasione denominati come tali e non più come “terrazzani” o abitanti di una “terra”) il cambio del “suo nome di Casalnuovo” con quello antico di “Città di Manduria”.

    Orbene, nella medesima direzione si pongono ora alcune precisazioni dell’abate Mallio, secondo cui avevano i “Cittadini richiesto al loro Sovrano di poter riprendere le prerogative, ed il nome della loro antica Città” [sottolineo le prerogative, quindi lo status giuridico, oltre al nome] e il Sovrano si era degnato di concedere la chiesta grazia avendo loro “per mezzo d’un Real Dispaccio ottenuto di poter chiamare la loro patria col nome di Città di Manduria; e per ordine del Monarca è stata fatta in tutto il Regno la pubblicazione solenne”.

   Proprio per questo motivo e non a caso, nell’indice del volume, l’autore riporta, senza esitazione, che “Casal nuovo. Paese nel Regno, di Otranto sulle ruine della celebre città di Manduria, riprende l’antico nome e le prerogative di Città.”. Si badi bene, riprende “l’antico nome e le prerogative di Città”

   Come già osservavo, anche per la vicina Francavilla la concessione del titolo civico (mai più rinnovata nel periodo post unitario) vien fatta risalire proprio a quegli anni e, più precisamente, al 1788 (con decreto di Re Ferdinando IV di Borbone del 23 Aprile).

 Senonché, resta da spiegare perché, nella storiografia locale, l’avvenimento sembra non aver lasciato traccia.

   E’ probabile che, con il passar degli anni, si sia persa memoria del fatto o che la documentazione giuridica che lo riguardava sia stata smarrita (non è una novità, infatti, che l’archivio storico del Comune di Manduria abbia, nel tempo, subito la perdita di vari documenti).

  E’ anche possibile che, più semplicemente, si sia voluto riottenere il riconoscimento del titolo civico da parte del nuovo Stato unitario, un po’ come, all’epoca, già stava avvenendo per i titoli nobiliari per i quali l'articolo 79 dello Statuto Albertino aveva stabilito: «… i titoli di nobiltà sono mantenuti per coloro che vi hanno diritto; il re può conferirne dei nuovi.». Per tale motivo molte famiglie, con titoli nobiliari rivenienti dagli Stati preunitari, erano state spinte a chiederne il riconoscimento al neo costituito Regno d’Italia, per ottenere l’attestato che le dichiarava nobili non solo di fatto (per anteriore possesso),  ma anche di diritto.

  Ciò potrebbe aver condotto, dopo l’unità d’Italia, l’Amministrazione Comunale dell’epoca, in questo molto solerte, a rinnovare la richiesta di attribuzione del titolo di Città che trovò accoglimento nel noto decreto del 14 Febbraio 1895 di re Umberto I.

   Va infine ricordato che -sebbene oggi si assista ad un uso a dir poco disinvolto del titolo di città da parte di Comuni giuridicamente non autorizzati e privi dei requisiti previsti dalla legge (il chè costituisce, evidentemente, un illecito)- del titolo onorifico si possono fregiare soltanto i Comuni italiani che ne siano stati insigniti con decreto regio (fino al 1946) o del Presidente della Repubblica (dopo il 1946). Ciò in considerazione della loro importanza storica, artistica, civica o demografica.

   Vi sono pure città che si fregiano del titolo in forza di atti normativi degli stati preunitari, o lo fanno per antichissima ed ininterrotta consuetudine: ma, in entrambi i casi resta, a mio modesto avviso, il problema del riconoscimento giuridico che sarebbe sempre opportuno richiedere allo Stato Italiano . 7

 

 

Giuseppe Pio Capogrosso

 

 

1) CAPOGROSSO Giuseppe Pio, Manduria e il riconoscimento del titolo di Città, articolo pubblicato su Manduria Oggi , edizione online, dell’1.6.2018.

 

2) MALLIO Michele. (Sant'Elpidio a Mare, presso Fermo, 4 nov. 1756 - Roma il 10 ott. 1831) Nato da un'antica famiglia patrizia decaduta economicamente, dopo i primi studi in patria, entrò nel collegio Campana di Osimo acquisendo una buona formazione e la padronanza della cultura e e delle lingue classiche e moderne. A Roma si laureò in utroque iure, ma la carriera legale non lo attraeva e si dedicò quindi alla letteratura, in particolare la poesia, verso cui convogliò le sue energie e le sue aspettative di affermazione. Accolto con il nome di Sileno Meliaco in Arcadia, dove nel 1778 era entrato Vincenzo Monti, del quale il Mallio fu invidioso emulo senza tuttavia averne il genio, l'abilità poetica e la fortuna. Trovò il suo mecenate nel prelato Tiberio Soderini, uditore della Sacra Rota, del quale divenne segretario. Autore di numerosi sonetti, canzoni, idilli, odi, come poeta non andò oltre un levigato e garbato convenzionalismo classicheggiante, ma le sue prove migliori del restano legate alla prosa, all'attività di intellettuale impegnato, ma su fronti politici diversi, che egli venne svolgendo dal 1790 nel clima di crescente irrigidimento politico e dottrinale che fece della Roma di Pio VI il centro di una vasta campagna controrivoluzionaria.

A essa egli partecipò con gli Annali di Roma, periodico mensile pubblicato tra il 1790 e il 1797, dapprima dalla stamperia di F. Neri, poi da quella di G.B. Cannetti e ispirato al modello degli Annales politiques, civiles et littéraires du dix-huitième siècle usciti a Londra dal marzo 1777 e in veste toscana dal 1778 per opera di S.-N.-H. Linguet.

La storiografia ha dato un giudizio severo sugli Annali, riconoscendone però il valore di documento di quella che era la percezione che a Roma si aveva della grande storia europea (riduzione da Enciclopedia Treccani).

 

3) Annali di Roma da Gennaio a tutto Marzo dell’anno 1791, Volume 3 a cura dell'abate Michele Mallio, pag. 116.

 

4) CAPOGROSSO Giuseppe Pio, artic. cit.

 

5)  ALFANO Giuseppe Maria, Istorica descrizione del Regno di Napoli diviso in dodici provincie, in cui si fa menzione delle cose più rimarchevoli di tutte le città, terre, casali, villaggi, fiumi ... vi e in fine la serie cronologica di tutt'i sovrani di Napoli; ed un elenco alfabetico degli uomini illustri del Regno colle di loro patrie. Opera di Giuseppe Maria Alfano. Vi si e aggiunta carta geografica, acciò si abbia notizia della situazione di tutt'i luoghi delle dodici provincie
Napoli : presso Vincenzo Manfredi [Manfredi, Vincenzo]1798.

.

6) ALFANO Giuseppe Maria, Storica descrizione del Regno di Napoli ultimamente diviso in quindici province con la mutazione di esse nello stato presente, Napoli per i torchi di Raffaele miranda 1825 (prima edizione 1795) pag.238.Infatti a pag.238 è scritto: “Manduria, città, reg. allodiale in un piano, d’aria buona, dioc. D’Oria, 6 miglia distante da detta città, Era per lo adietro chiamato Casalnuovo. Produce legumi, frutti, vini, olj, mele, bambagia, e lini. Fa di pop. 4871”.

 

7) Attualmente la materia è regolata dall’art. 18 del del Dl. 18 agosto 2000 n.267 (Testo unico di legge sugli ordinamenti degli Enti Locali) il quale recita:

«Il titolo di città può essere concesso con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'Interno ai comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l'attuale importanza.».

Per l’araldica civica spetta ai soli Comuni insigniti del titolo di città l’uso, al disopra dello stemma civico, della corona muraria d’oro, che ne costituisce pertanto l’elemento distintivo.









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