martedì 23 aprile 2024

29/09/2019 10:31:57 - Manduria - Cultura

La cerimonia di donazione e l’intervento del presidente ANSI Giuseppe Attanasio

«Auspichiamo che le storie di un secolo fa, periodo così complesso per il conflitto mondiale che pose l’umanità nemica a se stessa, riescano a far parlare del dovere di accoglienza, nel pieno rispetto delle leggi, così come lo ebbe Manduria e le popolazioni locali verso i profughi trentini. A noi invece spetta il compito di mantenere vivo il significato e l’importanza di queste azioni per non ricadere negli errori e orrori compiuti nel corso della storia, affinchè si possa crescere invece, secondo gli ideali di libertà e pace».

Profughi: è un termine quanto mai presente nel nostro vocabolario attuale. Sono tante le popolazioni che, anche al giorno d’oggi, devono abbandonare la propria casa e i propri affetti per fuggire da guerre, carestie e violenze di ogni genere. Con l’entrata in guerra dell’Italia nel maggio 1915 anche molti trentini vissero questa difficile e drammatica esperienza essendo costretti ad abbandonare i loro paesi natali.

Sulla presenza a Manduria di alcune centinaia di profughi della Valle del Primiero è stata donata, al museo civico allestito nell’ex convento delle Servite, una mostra documentaria e fotografica. Un’iniziativa promossa dall’associazione ANSI di Manduria, la cui cerimonia di inaugurazione, si è svolta, nel chiostro dell’ex convento, alla presenza di numerose autorità civili e militari (fra queste, il commissario straordinario Luigi Scipioni e il presidente nazionale ANSI Gaetano Ruocco).

«L’unico ricordo che ho del periodo della Grande Guerra a Manduria è quello narrato dai miei nonni, i quali mi raccontavano, con entusiasmo e nel contempo con preoccupazione, dell’arrivo dei profughi dal Trentino a Manduria, a tal punto da incuriosirmi e spingermi alla ricerca tra gli archivi militari per conoscere meglio gli eventi» ha affermato ancora il presidente della sezione ANSI manduriana, Giuseppe Attanasio. «Le ricerche mi portarono tutte nei comuni di Canal San Bovo e di Primiero, origini dei profughi deportati a Manduria, incrociandosi con quelle già svolte dal prof. Francesco Altamura, cultore e docente di Storia Contemporanea, e dall’avv.  Giuseppe Pio Capogrosso, nostro concittadino e studioso di storia locale.

Grazie al loro lavoro, sono riuscito a mettermi in contatto con i diretti familiari degli amici trentini, i quali, emozionati, hanno voluto donarmi alcuni documenti fotografici stampati sui pannelli, che raccontano il percorso vissuto dai loro cari, dai quali si evidenzia il forte legame umano che s’instaurò con le popolazioni locali».









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