sabato 20 aprile 2024

31/08/2021 07:09:31 - Manduria - Cultura

Il fumetto è il primo nel suo genere pubblicato in Iran ed è uscito in Italia, in edizione integrale, per Rizzoli Lizard prima nel 2007 e in seguito nel 2019. Narra quindici anni di storia dell’Iran, dal 1980 al 1994, attraverso le vicende autobiografiche della sua autrice

 

Le illustrazioni in bianco e nero della graphic novel “Persepolis”, realizzate dell’iraniana Marjane Satrapi, lasciano ben intuire la condizione femminile imposta dalla legge coranica nel Paese d’origine dell’autrice e costituiscono un forte invito alla lettura, in queste settimane sconvolte dalle immagini che giungono dall’Afghanistan e dalle notizie che vedono protagonista un intero popolo privato dei diritti fondamentali.

Il fumetto, termine che Satrapi predilige rispetto a “graphic novel”, è il primo nel suo genere pubblicato in Iran ed è uscito in Italia, in edizione integrale, per Rizzoli Lizard prima nel 2007 e in seguito nel 2019. Narra quindici anni di storia dell’Iran, dal 1980 al 1994, attraverso le vicende autobiografiche della sua autrice, cresciuta, prima dell’avvento della Repubblica Islamica, con un’educazione di impostazione occidentale in una famiglia borghese di nobili origini. Marjane, nel pieno della sua adolescenza, fatica ad accettare le violenze e il nuovo stile di vita imposto alla sua gente, simboleggiato dall’obbligo per le donne di indossare il velo.

A quattordici anni, incoraggiata dai suoi genitori, lascia la sua terra e va a studiare nel cuore dell’Europa, a Vienna, dove, durante i cinque anni di permanenza, si scontra con i pregiudizi e le difficoltà di integrazione che le provocano un costante senso di inadeguatezza, portandola persino a negare le sue origini. Quando fa ritorno a Teheran, si ritrova in una realtà completamente islamizzata; frequenta i corsi di arte all’Università, in un contesto esclusivamente femminile; cede al matrimonio, ritenuto dalla cultura islamica unica fonte di libertà, ma anche questa convinzione radicata si rivela un fallimento.

Il racconto si conclude con la decisione dell’autrice-protagonista di concedersi un’altra possibilità nel vecchio continente, trasferendosi in Francia, dove tuttora vive.

La lettura dell’opera ci immerge nel contesto pieno di contraddizioni che caratterizza l’Iran, raccontato con profonda ironia dalla scrittrice, e, al tempo stesso, ci guida nel superamento dei pregiudizi attraverso i quali noi occidentali troppo spesso interpretiamo la cultura mediorientale.

“Scrivere Persepolis è stato molto importante per me. Credo che non si possa giudicare una nazione intera per gli errori di pochi estremisti. E non voglio che vengano dimenticati tutti quegli iraniani che hanno perso la vita in prigione per difendere la libertà, coloro che sono morti nella guerra contro l'Iraq, che hanno subito la repressione dei diversi regimi, che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e fuggire dal loro Paese. Si può perdonare ma non si deve dimenticare” [Marjane Satrapi].

Il fumetto è disponibile presso la biblioteca "Marco Gatti" di Manduria.

 

Archeoclub Manduria

 









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