sabato 27 luglio 2024

17/11/2022 17:12:57 - Manduria - Cultura

E’ un codice (libro manoscritto composto di più fogli) italiano miniato, opera in massima parte di Taddeo Crivelli, Franco de Russi (o de’ Rossi), Giorgio d’Alemagna, Marco dell’Avogaro, Guglielmo Giraldi e delle loro scuole, compiuta a Ferrara, per Borso d’Este Magnifico, dal 1455 al 1461

 

‘La Bibbia di Borso D’Este’ è un codice (libro manoscritto composto di più fogli) italiano miniato, opera in massima parte di Taddeo Crivelli, Franco de Russi (o de’ Rossi), Giorgio d’Alemagna, Marco dell’Avogaro, Guglielmo Giraldi e delle loro scuole, compiuta a Ferrara, per Borso d’Este Magnifico, dal 1455 al 1461.

Il testo è del calligrafo milanese Pietro Paolo Marone: le pergamene furono conciate espressamente a Bologna da Giovanni della Badia. La rilegatura originale, opera di Gregorio da Gasparino, era in velluto cremisi con borchie d’argento dorato.

L’opera, che si compone di due volumi per complessivi 1200 fogli del formato di 30x40 centimetri e dello spessore di circa 10 centimetri, rimase alla corte estense di Ferrara fino al 1598. Dopo la cacciata di Cesare d’Este, la ‘Bibbia’ fu trasferita a Modena, insieme a tutta la biblioteca estense. Durante il periodo napoleonico, l’opera fu custodita in Austria e soltanto dopo il Congresso di Vienna (1815) fu consegnata all’Arciduchessa Maria Beatrice d’Este, ritornando a Modena.  Qui rimase anche dopo la fine del dominio estense, in virtù della convenzione del 1868 (che prevedeva di lasciare a Modena l’intera biblioteca estense). La proprietà dei codici fu ereditata dall’Arciduca Ferdinando, passando poi all’Imperatore Francesco Giuseppe e, infine, a Carlo I, il quale la portò con lui in Svizzera, sottraendola al nostro paese. 

L’opera fu poi messa in vendita e recuperata dopo la Prima Guerra Mondiale, quando il senatore Giovanni Treccani, nel 1923, la acquistò per la cifra di quasi 5.000.000 di lire per donarla allo Stato italiano. A operazione conclusa, fu decisa la restituzione dell’opera alla Biblioteca Estense di Modena, dove tornò dopo 64 anni di esilio e dove tuttora è conservata. Inoltre, nel 1937 ‘La Bibbia di Borso d’Este’ fu riprodotta integralmente per mandato di Giovanni Treccani con documenti e studio storico-artistico di Adolfo Venturi, pubblicata a Milano da Emilio Bestetti.

La pubblicazione presente in biblioteca è un volumetto del 1942, composto di 110 pagine, fatto stampare da Giovanni Treccani degli Alfieri per portare a conoscenza del pubblico le vicende legate all’acquisto e alla donazione del prezioso codice. Inoltre, al suo interno è possibile ammirare la riproduzione di sei tavole a colori: due di Taddeo Crivelli e una per ciascuno degli altri maestri. Accompagnano questo scritto le fotografie delle sei tavole: ‘Scene della creazione’ e ‘Frontespizio del Cantico dei Cantici’, del maestro Crivelli; ‘Frontespizio del libro dei Giudici’, del maestro De’ Russi; ‘Frontespizio del libro di Tobia’, del maestro D’Alemagna; ‘Frontespizio dell’Evangelio di S. Luca’, del maestro Dell’Avogaro; ‘Scena con animali’, del maestro Giraldi.









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