lunedì 06 maggio 2024

25/12/2023 09:24:26 - Manduria - Cultura

Il volume di don Battista Pezzarossa, “L’arte nella chiesa Parrocchiale dell’Annunciazione a Torre Colimena”, Filo editore 2010

La chiesa dell’Annunciazione, sita in Torre Colimena, nasce dalla volontà della Diocesi di Oria di curare la pastorale religiosa in una zona ad alta devozione mariana, durante tutto l’anno e non soltanto nel periodo estivo, quando la località di Torre Colimena accresce di alcune migliaia il numero dei residenti.

Con la nomina di don Battista Pezzarossa, si concretizza l’idea di edificare una chiesa parrocchiale dedicata all’Annunciazione, creando un legame storico con una cappella preesistente sotto lo stesso titolo e purtroppo crollata dopo l’abbandono della Torre. Fu mons. Armando Franco a porre la prima pietra del nuovo edificio il 12 agosto 1990 e mons. Marcello Semeraro a consacrarlo, quando i lavori furono terminati, il 6 agosto 2000.

La chiesa dell’Annunciazione, progettata dall’ingegnere Ferdinando Fiorenza ed ultimata dall’architetto Giovanni Caramia, si presenta come un edificio imponente ma snello. Entrando, si è accolti in un’unica navata, ampia e luminosa, che termina con l’area del presbiterio, al quale si accede attraverso quattro ampi gradini. L’altare, l’ambone e il battistero vennero collocati negli anni 1993-94, mentre negli anni successivi si provvide, in tempi diversi, alla realizzazione delle vetrate apposte alle finestre dell’edificio.

La prima vetrata è posta nel rosone centrale che si trova sopra il tamburo. Essa è opera di Francesco Selvaggi, artista del vetro e della luce, compianto socio Archeoclub prematuramente scomparso, al quale questo contributo vuol rendere omaggio, mantenendone vivo il ricordo. La vetrata raffigura l’ “Annunciazione dell’Angelo a Maria”: la scena si svolge in un campo di gigli in cui si erge la Torre, sullo sfondo c’è il mare, in alto una colomba a simboleggiare lo Spirito Santo (foto 1).  Nella stessa parete altre due vetrate artistiche realizzate nel 1999, raffigurano la “Nascita di Gesù” (foto 2) e la “Resurrezione” (foto 3).

Francesco Selvaggi ha altresì realizzato (2009-2010) le ventitré vetrate artistiche  che «si sgranano come i grani del Rosario lungo le pareti dell’unica navata» (p. 33) e raccontano al fedele che le osserva ammirato, le vicende terrene della Vergine Maria fino alla sua proclamazione di Madre della Chiesa.

Esse sono state realizzate su disegni di Carmelo Conte di Latiano ed eseguite dal Selvaggi con la consulenza artistica dell’architetto Giovanni Caramia di Oria. «Le figure disegnate con la matita, raccontano una storia nota e sempre nuova, che è tuttavia luccichi di colori, che disegnano le strettoie verticali che si allungano come ferite lungo le pareti della chiesa, che accarezza il mare e si protende verso l’infinito» (p. 94). Per la loro realizzazione su vetro  è stata utilizzata la tecnica ‘Tiffany’ con il foglio di rame e le saldature a stagno di piombo. I vetri sono istoriati con figure e scene della vita di Maria, dipinti e infornati singolarmente a 620°, a “gran fuoco con Grisaglie e Ossidi”,  nel rispetto dei più antichi stili di lavorazione.

Nella ricorrenza del Natale, si propone un percorso per immagini che raccontano, colorandole di emozioni, le scene raffiguranti “La nascita di Gesù” (foto 4), “L’incontro con i pastori” (foto 5), “L’incontro con i Magi” (foto. 6), “La fuga in Egitto” (foto 7), tanto vicine al tempo liturgico che il mondo cattolico sta vivendo.

Si ringrazia per la cortese disponibilità ‘Biblioteche delle Terre del Primitivo’, nella persona del responsabile amministrativo Fulvio Filo Schiavoni.

 

 

 

 

 

 









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