domenica 22 giugno 2025


12/05/2025 08:27:38 - Manduria - Attualità

Le relazioni di Paride Tarentini, Saverio Fella, Lucio Cavallone e Cristina Chirico

 

Vi proponiamo, come ogni settimana, il resoconto dell’attività del centro culturale di formazione permanente “Plinio il Vecchio” di Manduria.

7 maggio: dr. Paride Tarentini “Itinerari storico archeologici a Nord di Manduria” – Parte 2ª

L’intervento di Paride Tarentini si è incentrato su ulteriori notizie riferibili al fossato posto tra Oria e Manduria, soffermandosi, in particolare, sulla viabilità che tocca l’area. Viabilità fatta di stradoni che attraversano siti rurali profondamente intaccati da cave antiche e recenti, lambendo cisternoni ed aree archeologiche inquadrabili tra epoca messapico-ellenistica e medioevale. Stradoni affiancati, a volte, da profondi solchi carrai a conferma dell’antichità di tali percorsi. Ed al termine della viabilità più importante si pone il Santuario di San Cosimo alla Macchia, alle cui origini si pone un casale medievale con annessa chiesetta; casale poi abbandonato, con edificio sacro, però, conservato ed ampliato per la costante e numeroso afflusso di pellegrini devoti ai Santi Medici. E di questo casale interventi di scavo operati sotto il pavimento dell’attuale Chiesa (anno 1999) hanno restituito numerose testimonianze, tra cui imboccature di silos o cisterne nonché sepolture, a volte con deposizioni plurime, inquadrabili tra il XIII e XIV secolo. Lunghi percorsi storici, quindi, lungo questa fascia territoriale, confluiti nell’attuale Santuario, punto di riferimento storico e cultuale delle nostre comunità.

8 maggio: dr. Saverio Fella “Materie plastiche, microplastiche, nanoplastiche – Parte 2ª

Saverio Fella, dopo un breve riepilogo del primo intervento sulla plastica, ha proiettato un vecchio video, tratto da Carosello nel quale sono vengono reclamizzati tutti   gli aspetti positivi degli oggetti in plastica, prodotti da una nota industria italiana.

Ha quindi iniziato a parlare del problema plastica oggi.

Le materie plastiche di per sé hanno delle proprietà funzionali come la durata, la resistenza alla corrosione, l’isolamento elettrico e la stessa plasticità che le rendono uniche rispetto ad altre materie biodegradabili. Ma queste caratteristiche sono rese tali per l’aggiunta di alcuni additivi che con l’andare del tempo e per effetto di particolari situazioni ambientali si degradano e per così dire sono ceduti nell’ambiente in cui le materie plastiche sono abbandonate.

Numerosi sono gli additivi utilizzati nella plastica per esempio gli ftalati e gli epossidi che sono utilizzati come plastificanti o i fenoli e che sono utilizzati come antiossidanti e i ritardanti di fiamma.

Tra le sostanze più diffuse il BISFENOLO A (BPA) che rende la plastica chiara e resistente (vietato nella produzione dei biberon). Altri additivi come gli ftalati sono tra le sostanze più tossiche derivanti dalle materie plastiche rendono flessibile il PVC e sono presenti in plastica, cosmetici, giocattoli, involucri e contenitori per il cibo. I ritardanti di fiamma come i Polibromobifenili (PBB) sono simili per tossicità a PCB e Diossina e sono utilizzati nei dispositivi elettrici, nelle schiume isolanti nei tessuti e prodotti in plastica per ridurne l'infiammabilità. I nonilfenoli tensioattivi di sintesi utilizzati in detergenti, vernici, pesticidi, cosmetici, stabilizzanti negli imballaggi alimentari e antiossidanti in gomma, vinile, polistirenici e PVC.

La plastica diventa un problema quando viene abbandonata diventando un rifiuto questo si nota soprattutto in ambiente marino dove forma le cosiddette marine litter, inteso come "qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trattato, gettato, smaltito o abbandonato direttamente o indirettamente, o intenzionalmente o involontaria mente, nell'ambiente marino e costiero”.

Data la scarsa biodegradabilità possono persistere nel tempo e possono formare delle vere e proprie isole di plastica che galleggiano in superficie trasportate dalle correnti oceaniche. Per effetto della luce solare e delle onde subiscono una serie di fotodegradazione, ossidazione, frammentazione e dispersione in particelle più piccole che possono occupare diversi gradienti nella colonna d’acqua e mescolandosi con il plancton rientrano purtroppo nella catena alimentare con impatto negativo sulla flora e fauna marina. Questo fenomeno porta alla biomagnificazione cioè al bioaccumulo di sostanze tossiche man mano che si sale al livello trofico successivo, dal basso verso l'alto nella piramide alimentare. E’ facile osservare sacchetti di plastica, contenitori di stoccaggio, corde, tappi di bottiglia, attrezzi da pesca, scatole frigorifere, galleggianti, tazze, utensili, contenitori in polistirolo, pellicole, tubi, contenitori reti da pesca, corda in nylon, bottiglie, tessuti, filtri per sigarette e altro.

Negli organismi marini che involontariamente possono ingerire microplastiche o nanoplastiche gli effetti sono abbastanza gravi sull’apparato digerente epatico e renale, con manifestazioni che vanno dalla diminuzione della capacità predatoria, riduzione della capacità di alimentarsi, stress ossidativo con  riduzione della massa corporea e del metabolismo, aumento della mortalità perdita dell’orientamento, spiaggiamento, cambiamenti comportamentali, riduzione dell'attività natatoria,diminuzione della fecondità, anomalie larvali, neurotossicità per inibizione  dell'acetilcolinesterasi, danni intestinali. Alcuni animali marini come le tartarughe si cibano volontariamente di sacchetti di plastica scambiandoli per meduse di cui ne vanno ghiotti, altri preferiscono pezzi plastica colorati in rosso scambiandoli per gamberetti.

Il rischio per l’uomo è ancora un campo da studiare poiché non si conoscono ancora bene i danni dall’ingestione di nanoplastiche,i dati disponibili riguardano solo assorbimento e distribuzione ma scarse informazioni sul metabolismo e distribuzione. Alcuni studi hanno dimostrato che possono essere interferire nel sistema endocrino con problemi riproduttivi, disturbi metabolici, asma disturbi dell’apprendimento, ma c’è ancora tanto da scoprire.

Qualcuno afferma che se non agiamo in fretta nel 2050 ci sarà più plastica che pesci nell’oceano.

9 maggio: avv. Lucio Cavallone con la collaborazione della dr.ssa Cristina Chirico “Come aiutare una donna vittima di violenza”

L’incontro, dopo una breve introduzione svolta da Lucio Cavallone, ha continuato Cristina Chirico che ha parlato sui segnali di disagio che vengono manifestati spesso inconsciamente dalla vittima, ad esempio gli stati d’ansia, le paure, l’isolamento, gelosia, inspiegabili lividi sul corpo ecc.

La relazione è proseguita sulla necessita di capire questi messaggi e tentare un approccio con la vittima per aiutarla, a farle comprendere che non sarà sola, che può essere aiutata con discrezione e nell’anonimato.

Questi gli eventi programmati per questa settimana:

Lunedì 12 maggio: prof. G. Sammarco “La Germania e la Shoah -Riflessioni finali”

Martedì 13 maggio: dott.ssa P. Di Noi “Dolore articolare: artrite o artrosi?”

Mercoledì 14 maggio: dott. Leo Girardi “Urgenze in medicina”

Giovedì 15 maggio: dott. P. Fontana “Progetto Tiragnola – Grano e salute un binomio da rivedere”

Venerdì 16 maggio: prof.ssa I. Marzo: “Aspettando Cyrano”











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