Il ricordo di un amico di studi e ricerche … per non dimenticare»
Una notizia apparsa sulle pagine di questo quotidiano online in data 3 agosto 2024 (da me appresa, con incredulità, solo casualmente e con alcuni giorni di ritardo) annunciava la prematura scomparsa del prof. Mario Annoscia di Sava, definito “raffinato cultore di Storia Patria”.
Mi piace ricordare, in questo amico, lo studioso colto e meticoloso, da sempre impegnato in una vasta opera di ricerca e divulgazione scientifica concernente la storia antica e recente dei nostri territori. E’ un modo per non dimenticarlo e per richiamare l’attenzione su alcune tematiche storico- archeologiche e territoriali a lui particolarmente care.
La sua vasta bibliografia ci restituisce, nell’anno 1978, due articoli dedicati ai siti di Monte Magalastro (tra Torricella e Sava) e monte S. Petronilla (Tra Sava e Lizzano) considerati antichi luoghi fortificati in altura a confine tra il mondo magnogreco tarantino (predominante lungo la costa) ed il mondo messapico interno; siti che ancora oggi conservano segni tangibili della loro antichità, in attesa di adeguate indagini ed opportuna tutela (M. ANNOSCIA, Sava, Monte Magalastro - Resti preistorici e fortificazione classica, in Notiziario Topografico Pugliese, I (1978), pp. 151-152; M. ANNOSCIA, Lizzano, Monte S. Petronilla - Fortificazione classica, ibidem, p. 158).
Sempre al mondo antico (oggetto, tra l’altro, della sua tesi di Laurea presso l’ Università di Lecce, nell’a.a. 1972-73, dedicata a Manduria Messapica) è riferito un articolo pubblicato nel 1978 concernente il tipico vaso messapico, la Trozzella, puntualmente studiato e descritto (insieme all’amico Cosimo Desantis) nei suoi aspetti tipologici e sintattico decorativi (M. ANNOSCIA – M. DE SANTIS, Contributo alla conoscenza tipologica e sintattico-decorativa della “trozzella” messapica, in “Brundisii Res”, X (1978), pp. 3-44).
Interessanti e vari i suoi contributi apparsi sulla rivista salentina “lu Lampiune”, che per suo tramite e coordinamento ha accolto anche articoli di altri autori di area tarantina (compresi i miei), consentendo la divulgazione di notizie e ricerche territoriali altrimenti sconosciute. Particolare rilievo assume l’itinerario da lui proposto per la “via Sallentina”, antica arteria romana diretta da Taranto verso Manduria ed il profondo Salento. Percorso indicato, attraverso i nostri territori, nella via vecchia Fragagnano-Sava, con dovizia di segnalazioni di assi carrai, pozzi e presenze archeologiche nei siti di epoca greco-romana e medievale da lui scoperti e descritti lungo questo tracciato; siti sempre più in abbandono, comunque fissati (grazie a Mario) sulle pagine e nella memoria (M. ANNOSCIA, Il tratto della” Via Sallentina “dal territorio di Fragagnano per Sava e Manduria, in” lu Lampiune”, VII (1991), 3, pp. 301-319).
L’epoca medievale emerge nell’articolo pubblicato, nell’anno 1976 (insieme al prof. Cosimo Desantis), concernente i casali distrutti di Santa Maria di Bagnolo e Sant’Anastasio, in diocesi di Oria (M. DE SANTIS – M. ANNOSCIA, Santa Maria di Bagnolo e Sant’ Anastasio, casali distrutti in diocesi di Oria, in “Brundisii Res”, VIII (1976), pp. 143-159). Sempre al sito di Bagnolo è altresì riferito un successivo articolo, redatto insieme all’amico Antonio Bentivoglio, trasformato poi in un volumetto dedicato a questo luogo antico. Luogo dalle origini preistoriche e greco-romane, con successivo sviluppo di un casale medievale (ed annessa chiesetta) documentato da scavi archeologici e da frammenti ceramici di superficie. Rivedo ancora, il prof. Annoscia (in questa circostanza anche cineoperatore con grande cinepresa al seguito), intento a filmare e studiare l’edificio sacro, ancora oggi caratterizzante il luogo, ridotto però, dopo varie modifiche e trasformazioni, in uno stato di profondo degrado, puntualmente stigmatizzato dall’amico Mario e da tanti studiosi locali (M. ANNOSCIA – A. BENTIVOGLIO, Ancora sulla chiesetta di S. Maria di Bagnolo in agro di Manduria ed una probabile presenza benedettina, in “lu Lampiune” VII (1991), 3, pp. 353-366; M. ANNOSCIA – A. BENTIVOGLIO, Luoghi di culto del vecchio Salento. S. Maria di Bagnolo in diocesi di Oria. Le vestigia dell’abbazia, Lecce, del Grifo, 2000).
Nel 1993 compare l’articolo dedicato alla chiesetta della SS. Trinità in agro di Torricella, puntualmente descritta nei suoi aspetti architettonici (cripta ipogea) storici e leggendari. Una chiesetta certamente valorizzata dalle sue ricerche, ancora oggi ben tutelata dalla devozione popolare (M. ANNOSCIA, La chiesa ipogeica sotto il titolo della SS. Trinità in agro di Torricella (TA), in “lu Lampiune”, IX (1993), 1, pp. 211-217).
Si aggiunge un contributo coevo concernente Masseria S. Angelo, in agro di Manduria, con pubblicazione di un’iscrizione romana ritrovata sul posto; iscrizione che evidenzia l’antica frequentazione del sito, confermata da alcune sepolture medievali ancora visibili in zona, fortunatamente risparmiate dalle cave limitrofe (M. ANNOSCIA, Manduria (TA). Masseria S. Angelo, iscrizione sepolcrale romana, in “lu Lampiune”, IX(1993), 2, pp.293-294).
Sempre nel 1993 si colloca l’articolo (redatto insieme all’amico Cosimo Desantis) relativo al sito preistorico di contrada Le Petrose, in agro di Sava, lungo l’arteria proveniente da Maruggio. Insediamento descritto nelle sue interessantissime presenze neolitiche, del tutto inedite, con successive testimonianze di epoca greco-romana sparse nei campi, a conferma di antiche e prolungate fasi insediative di tipo rurale, confluite poi nell’attuale masseria, purtroppo in abbandono. (C. DESANTIS - M. ANNOSCIA, L’insediamento neolitico di Contrada Le Petrose in agro di Sava, in “lu Lampiune”, IX (1993), 2, pp. 283-292).
Nello stesso anno compare il volume dedicato alla sua Sava, con una serie di contributi ed immagini fotografiche riguardanti la storia e le tradizioni del posto (M. ANNOSCIA, Sava. Schede di bibliografia ed immagini per una storia del territorio e della comunità, Lecce, del Grifo, 1993). In uno di tali contributi si approfondisce l’analisi del sito archeologico di Alliano (sulla via che da Sava conduce a Taranto) inquadrato nei suoi aspetti bibliografici ed archeologici, con particolare riguardo agli elementi cultuali (vasetti miniaturistici e statuette votive), che sembrano indicare, sul posto, un santuario di confine tra mondo magnogreco e messapico. Sempre all’interno di tale volume compare un appassionato contributo riguardante la Madonna di Pasano e la storia della sua chiesa, posta nell’agro di Sava, sulla via che conduce a Lizzano. Un luogo di culto tuttora officiato, fortemente radicato nella cultura e nella fede popolare, giunto sino a noi al termine di lunghi percorsi storico-insediativi avviatisi fin da epoca greco-romana; poi il Medioevo ed anche qui, come a Bagnolo, la presenza di un casale con annessa chiesetta (interessata da ampliamenti e trasformazioni successive) nobilitata dall’ icona bizantineggiante della Vergine con Bambino posta sulla parete d’altare. Storia, tradizioni e racconti miracolosi arricchiscono la descrizione del sito, confluita, poi, in un volume edito nell’anno 1996 (M. ANNOSCIA, Il santuario della Madonna di Pasano presso Sava. Cronaca, leggenda e tradizione, Lecce, del Grifo, 1996).
Nel 1994 appare il volume F. FILO SCHIAVONI - M. ANNOSCIA, …tra i segni di tanta vita e di tanta storia. Manduria in immagini e documenti fra ‘800 e ‘900; pubblicazione pregevole ed impegnativa, con monumenti e momenti di vita documentati da un vasto apparato fotografico, bibliografico e descrittivo, testimone di situazioni passate e presenti.
Non solo storia antica, però, ma anche recente, con un volumetto pubblicato nel 1999 in cui si affrontano tematiche territoriali collegate con l’unità d’Italia, (M. ANNOSCIA, Sava e aggregati Torricella e Monacizzo settembre-dicembre 1860. Come nacque l’Italia unita nel mio paese, Lecce, del Grifo, 1999). Altri contributi, redatti spesso in collaborazione con vari autori, evidenziano la vastità dei suoi interessi, riguardando, tra l’altro, la festa di S. Gregorio, patrono di Manduria (anno 1988); il restauro della colonna di S. Giovanni in Sava (1994); soprannomi e proverbi di Sava (1997); il registro dei battezzati in Sava tra 1573 e 1615 (2010); i caduti di Sava durante la Grande Guerra (2021).
Ancora Sava ed il suo territorio nelle attività di indagine e divulgazione avviate dal Gruppo Culturale Savese, cui il prof. Annoscia ha offerto adesione, collaborazione e punto di riferimento costante (GRUPPO CULTURALE SAVESE, Sava, guida al territorio e all’abitato di un comune del Mezzogiorno d’Italia, Lecce, del Grifo, 1994).
Mi fermo qui, troppo lungo sarebbe enumerare i meriti acquisiti dall’amico Mario come ricercatore e studioso … anche in rispetto della sua indole poco incline a lodi personali e ad esposizione mediatica.
Voglio però (e soprattutto) ricordare, in lui, il compagno di scuola dai capelli rossicci seduto nel banco davanti al mio, in quel ginnasio-liceo De Sanctis di Manduria degli anni 1963-68. Un compagno maturo, assennato, tra i primi della classe, dotato di una profonda umanità, con un carattere volitivo e collaborativo, ma anche “spigoloso e risoluto”, soprattutto quando si trattava di difendere (sempre e comunque con garbo e pacatezza) alcuni valori e principi inderogabili, cui era coerentemente e tenacemente legato.
Un compagno cui mi ha accomunato, negli anni successivi, lo stesso amore verso la ricerca storica e territoriale, in lui certamente più approfondita e meditata, in me istintiva ed immediata. Conservo ancora le annotazione e qualche scritto inviatomi in occasione di alcune mie ricerche o pubblicazioni, con apprezzamenti, certo, ma anche con osservazioni corrette e puntuali, frutto di stima e rispetto reciproco.
Un compagno che ritrovo, con la sua vasta cultura e consueta obiettività, nella presentazione apparsa sul recente volume di don Pierino Pesare dedicato alla Madonna di Pasano (anno 2024). Ancora la “sua” Pasano e la “sua” Terra affidati alla “sua” penna, per l’ultima volta, però, prima della sua scomparsa, certamente inattesa e prematura.
Con la perdita di Mario, la pattuglia (già di per sé alquanto sparuta e sempre più in avanti con gli anni) dei cultori di storia patria tende ulteriormente ad assottigliarsi. Si spera comunque che il seme dello studio e della ricerca sparso in questi anni produca i frutti sperati, anche in assenza dei Maestri … Sempre e comunque nell’interesse di un territorio che ha ancora tanto da offrire a chi voglia “sapientemente interrogarlo”.
Paride Tarentini