venerdì 13 giugno 2025


09/06/2025 08:43:36 - Manduria - Attualità

L’Ente Monte di Misericordia gestì l’ospedale fino al 1970, quando una legge stabilì che l’assistenza ospedaliera doveva essere di competenza esclusiva di appositi enti ospedalieri, quale divenne l’ospedale di Manduria

Negli anni a seguire l’ospedale Marianna Giannuzzi non ebbe vita facile. L’aumentato carico di lavoro portò a una riorganizzazione sia della farmacia, la cui gestione passò al dott. Vincenzo Petronelli, farmacista abilitato alla professione, che ne assunse la direzione gratuitamente, sia del comparto medico. A questo proposito, il dottor Giuseppe Mancini fu nominato medico chirurgo in ospedale, mentre il dottor Giuseppe Sbavaglia medico chirurgo a domicilio.

Tale ripartizione non funzionò nel migliore dei modi, se si arrivò al licenziamento del dottor Mancini, sostituito dal dottor Luigi Giustiniani. Nel 1881 fu il dottor Sbavaglia a dimettersi, perché coinvolto in una incresciosa situazione, lasciando tutti gli ammalati indigenti del Comune all’assistenza degli altri due medici in servizio, i dottori Giuseppe Giannotti ed Emanuele Zenile.

Nel 1887, in seguito a una grave crisi amministrativa e finanziaria, la Congregazione di Carità deliberò la chiusura dell’ospedale e dell’annesso ricovero di mendicità. Era accaduto che, come più volte in passato, l’Ente aveva esaurito le proprie disponibilità di cassa, ma questa volta l’autorità tutoria (la Deputazione Provinciale) aveva rigettato l’istanza della vendita di titoli di rendita pubblica o di un prestito, alimentando un ‘impasse’ che provocò la sospensione dell’attività ospedaliera. In seguito a una petizione popolare al sindaco, si ebbe la revoca della delibera di chiusura, ma contemporaneamente arrivarono le dimissioni di tutti i componenti della Congregazione di carità. Il 21 giugno 1887 si insediò il nuovo consiglio di amministrazione, composto da Francesco Marasco, Salvatore Gigli, Alessandro Zecca, Vincenzo Filotico e Leonardo Schiavoni.

Nello stesso periodo, l’ospedale tornò alle sue normali attività.

Bisognava però risolvere il grave problema della mancanza di liquidità e far fronte ai debiti contratti.

Il lascito di Marianna Giannuzzi comprendeva, fra l’altro, la masseria Lenze (Marina), la masseria Bagnolo, la masseria Torre di Pierri e l’intero Palazzo Giannuzzi in Casalnuovo, situato in via “Insalicata” (l’attuale via Ferdinando Donno). L’asse patrimoniale era stato già intaccato dal 1875, quando la Congregazione deliberò la vendita di parte del patrimonio urbano, tra cui lo stesso palazzo Giannuzzi.

Certamente il patrimonio urbano risultava più faticoso e oneroso da mantenere (continue riparazioni, contenziosi con gli affittuari, ecc.); diveniva più facile vendere e convertire il ricavato in rendite del Gran Libro. Quest’operazione però, portava a una immobilizzazione dei capitali, che oltre a fruttare di meno, non erano facilmente svincolabili in caso di necessità. Pertanto, al bisogno, la Congregazione era costretta a contrarre prestiti e, se le rendite ordinarie erano insufficienti a estinguerli, si ricorreva alla vendita di una parte del patrimonio immobiliare urbano o rurale, ingenerando così un meccanismo tutt’altro che virtuoso.

Preso atto della difficile situazione, i nuovi amministratori della Congregazione deliberarono di contrarre un mutuo di 17.000 lire con il Credito fondiario da restituire in trent’anni, offrendo garanzia dei terreni facenti parte della masseria Torre di Pierri. La Deputazione questa volta approvò la deliberazione, in quanto l’onere annuo gravante sul legato Giannuzzi era sostenibile dalle sue entrate.

Con questa accorta operazione si era evitata l’alienazione di altri beni patrimoniali del lascito Giannuzzi, ma la reiterazione delle modalità sopra descritte ha provocato, in poco più di 150 anni, la completa estinzione dell’immenso patrimonio posseduto dal Monte di Misericordia.

L’Ente gestì l’ospedale fino al 1970, quando una legge stabilì che l’assistenza ospedaliera doveva essere di competenza esclusiva di appositi enti ospedalieri, quale divenne l’ospedale di Manduria. L’Ente Monte di Misericordia continuò la sua attività assistenziale verso gli anziani indigenti, fino alla sua estinzione, avvenuta con decreto n. 1036 del 16 febbraio 1993 del presidente della Giunta della Regione Puglia.

    

Bibliografia

D’Ippolito Lucia, “L’ospedale ‘Marianna Giannuzzi’ di Manduria: le origini” in “Liber amicorum – Miscellanea di studi storici offerti a Rino Contessa”, a cura di Giovangualberto Carducci, Filo editore, 2 voll. tomo I, pp. 413-466; Brunetti Pietro, “Manduria tra storia e leggenda – dalle origini ai giorni nostri”, Barbieri/Selvaggi editori 2007; Tarentini L., “Manduria Sacra”, a cura di Elio Dimitri, Barbieri editore 2000; Tarentini L., “Cenni storici di Manduria”, Atesa Editrice, Bologna 1996.

 

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