martedì 15 luglio 2025


04/07/2025 10:42:18 - Manduria - Attualità

«Un tratto di costa di rara bellezza, un tempo rifugio incontaminato per amanti della natura e del silenzio, oggi somiglia sempre più a una discarica a cielo aperto»

Riceviamo, e pubblichiamo, un intervento del nostro lettore Simone Faiella, corredato da più foto, sulla situazione di degrado in cui versa la Palude del Conte. Ecco il testo.

«Tra via Zaccaria Treves e l’indefinibile confine provinciale che separa Lecce da Taranto, si trova una zona costiera dall’elevato impatto scenico ossia la spiaggia della Palude del Conte. Peccato, però, che tale angolo marino versa in uno stato di degrado che grida vendetta. Un tratto di costa di rara bellezza, un tempo rifugio incontaminato per amanti della natura e del silenzio, oggi somiglia sempre più a una discarica a cielo aperto.

Sulla sabbia, che dovrebbe ospitare solo orme leggere e conchiglie, si mischiano elementi naturali e rifiuti artificiali: plastiche di ogni genere, vetri rotti, sacchetti abbandonati, residui di giornate al mare trasformatesi in detriti permanenti. L’assenza di cestini lungo il percorso,un dettaglio tanto semplice quanto fondamentale, incoraggia comportamenti incivili, in assenza di alternative per lo smaltimento dei rifiuti.

A peggiorare il quadro è la completa assenza di segnaletica funzionale: quella esistente è divelta, arrugginita o semplicemente inesistente. Si può constatare, inoltre, che non esistono indicazioni né cartelli informativi sulla tutela dell’area, né tanto meno segnali di presenza di controlli da parte delle autorità.

Il problema centrale resta però quello della gestione amministrativa. La spiaggia si trova in una sorta di limbo geografico e burocratico, al confine tra i comuni di Porto Cesareo (provincia di Lecce) e Manduria (provincia di Taranto). Una terra di nessuno, dove non si capisce chi ha competenza su quel tratto di costa. Nessuno sa chi debba occuparsi di codesto limbo di terra.

Eppure, si tratta di un tratto di costa inserito in una zona naturalistica di alto valore, parte integrante del paesaggio protetto della” Palude del Conte e Duna Costiera”. Ma la protezione, almeno in questo caso, resta solo sulla carta.

Serve un intervento urgente, coordinato, efficace. Serve che le Amministrazioni locali, Manduria e Porto Cesareo in primis, smettano di ignorare questo angolo dimenticato e si assumano finalmente la responsabilità di restituirgli dignità. Perché la bellezza non si preserva da sola. E un territorio lasciato al degrado non è solo un danno ambientale, ma anche culturale e sociale.

Finché si continuerà a chiudere gli occhi, la Palude del Conte sarà solo un nome poetico per un paesaggio che non esiste più».

 

Simone Faiella











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