venerdì 05 dicembre 2025


01/09/2025 08:07:49 - Manduria - Cultura

Dal Tarentini apprendiamo che fu la profonda devozione verso il Santo di un predicatore quaresimale, probabilmente gallipolino, a riattivarne il culto nella seconda metà del XVIII secolo

Il culto di san Gregorio Magno diviene centrale nella vita cittadina di Casalnuovo a partire dalla seconda metà del XVIII secolo.

Dal Tarentini apprendiamo che fu la profonda devozione verso il Santo di un predicatore quaresimale, probabilmente gallipolino, a riattivarne il culto affievolitosi nel secolo precedente: si arrivò alla celebrazione di due solennità, il 12 marzo (“dies natalis” del Santo) e il 3 settembre (data dell’ascesa al pontificato).

Lo studioso Antonio Franco individua l’uomo del cambiamento in don Giuseppe Nicola Costanzo, arciprete di Casalnuovo dal 1748 al 1786. Egli, insieme al vescovo Alessandro Maria Kalefati, che nel 1784 è in visita pastorale a Casalnuovo, avrà una parte notevole nel processo di affermazione del culto del Santo patrono in città. Il primo dato a risentire di questo forte slancio devozionale è l’incremento esponenziale del numero dei bambini a cui viene imposto il nome di battesimo “Gregorio”: da poche unità a 65 su 154 nel 1785 (cfr. A. Franco, ‘Gregorio Magno: la travagliata storia di un santo protettore’, in bibliografia).

Il 1875 è l’anno della svolta. Nel diffuso fervore cultuale, tanto merito è da attribuire, altresì, a due illustri personaggi manduriani: Marianna Giannuzzi e il Canonico D. Giuseppe Micelli. Viene commissionata ai fratelli Trillocco (valenti scultori napoletani) una statua lignea raffigurante il Santo, giunta a Manduria nel 1786, benedetta e portata in processione dal vescovo Kalefati, con grande sfarzo e con gioia di tutto il popolo dei fedeli; ha inizio la costruzione di un cappellone nella Collegiata dove collocare la statua (compiuto nel 1792), al quale contribuiscoo numerosi fedeli con il proprio lavoro, anche nei giorni festivi — con dispensa dello stesso mons. Kalefati); sono realizzate cinque grandi tele (uno di un pittore romano, gli altri dei pittori manduriani Pasquale Bianchi e Vincenzo Filotico).

Dopo i trascorsi soporosi dei secoli precedenti, la festa è “Rinovata con tutta solennità, e con generale Processione”: è scritto proprio così nella prima pagina del “Registro degli Introiti ed Esiti per la festa di S. Gregorio Magno dell’anno 1785”. Dallo stesso registro, nel “Regolamento per l’organizzazione della festa”: «Che la Festa principale del suddetto nostro Santo Protettore prefissamente stabilita in ogni anno per li 3 di Settembre (…) si facci colla possibile solennità, e con pompa di Cere, Spari, Suoni, Processione generale, e tutt’altro che sembrerà confacente ad un giorno di allegrezza» (cfr. M. Annoscia, “La festa di S. Gregorio Magno, Patrono di Manduria nella cronaca e nelle tradizioni popolari”, in bibliografia).

Probabilmente, a ‘rinovare la festa’ sopita contribuiscono alcune circostanze. La città non è più sotto il governo degli Imperiali, e questo può aver creato un terreno più adatto a un evento religioso di più ampia portata, quale poteva essere ad esempio una processione per le vie cittadine. Inoltre, la città proviene da decenni difficili, funestati da calamità naturali (terremoti, gelate, siccità, invasione di locuste), per alcune delle quali si organizzarono processioni penitenziali; da epidemie di peste reali o scampate (l’ultima proprio nel 1785), per le quali si nutrivano sentimenti di gratitudine verso il Santo, grazie alla cui intercessione il pericolo era stato evitato.

Qualunque siano stati i festeggiamenti in onore di san Gregorio negli anni precedenti, è un fatto che nel 1785 e per tutti gli anni a venire ‘la festa rinovata’ è ben altra cosa: l’intera comunità contribuisce all’allestimento della festa del santo patrono, alimentando una questua, in denaro o in natura, alla quale sono preposti i deputati per la festa: uova, animali, grano, cotone, mosto, olio, fichi, legumi, ma anche oggetti preziosi e capi di vestiario, che sono successivamente venduti. Nei giorni immediatamente precedenti la festa, i banditori avvisano i cittadini di rendere decorose, pulite e illuminate le vie interessate alla processione del Santo, anche in vista della cosiddetta “cavalcata”: cavalli, muli e asini, bardati a festa e gestiti da un “comandante”, accompagnano la processione del Santo,

Fino al 1790 la statua del santo viene portata in spalla dai “bastasi” (così si chiamavano i ‘facchini’), ricompensati per la loro prestazione; dal 1791 e fino al 1904 farà la sua comparsa uno scenografico carro. La musica, di genere religioso, allieta i fedeli lungo il percorso della processione, ma anche dentro la Collegiata e nello spazio antistante, nelle sere precedenti la festa: trombe, tamburi, grancassa e pifferi. Nell’attuale piazza Garibaldi abbiamo l’esibizione della banda, sistemata sul tosello, un palco a gradini di semplice fattura. L’esecuzione dei brani musicali diviene via via più ricercata negli anni fino a ricorrere a bande musicali provenienti dai paesi vicini (Francavilla, Erchie ma anche Neviano e Lecce). Oltre alla musica, a dare lustro alla serata sono previsti giochi pirotecnici, progressivamente affidati ad esperti dei paesi vicini; negli anni 1830-40 si ha notizia di piccoli palloni aerostatici, di un albero della cuccagna issato davanti palazzo Imperiale e nel 1849 di un Giuoco della Caldara e un Giuoco della Corsa. Qualche anno più tardi compaiono le ‘luminarie ad olio’, archi di legno poggiati su pali fissati ai lati delle strade, lavorati e traforati in vario modo, ai quali sono appesi decine di piccoli lumini a olio per rallegrare e illuminare il passeggio dei cittadini.

Mercoledì 3 settembre scriveremo dello scenografico carro utilizzato in processione dal 1791 al 1904.

In foto, dipinto di Vincenzo Filotico “Ritrovamento di san Gregorio nella selva”; statua in cartapesta, opera dello scultore R. Caretta del 1902.

 

BIBLIOGRAFIA

ANNOSCIA M., “La festa di S. Gregorio Magno, Patrono di Manduria nella cronaca e nelle tradizioni popolari”, Libreria Messapia, 1988;

FRANCO A., ‘Gregorio Magno: la travagliata storia di un santo protettore’, in “QuaderniArcheo” Periodico di cultura di Archeoclub Manduria, N. 9, maggio 1918, pp. 121-154;

FUMAROLA V., MUSARDO TALO’ v., “I Santi Patroni di Taranto e Provincia”, ed. del Grifo, 2000;

TARENTINI L., “Breve compendio della vita di S. Gregorio Magno”, Massafra 1898.