sabato 06 dicembre 2025


06/12/2025 16:33:10 - Provincia di Taranto - Attualità

L’adozione strategica della Metodologia Educativa Combinata e il suo ambizioso progetto di diventare un “Paese amico dell’Autismo”

L’inclusione non è un obiettivo, ma un processo continuo e un cambiamento culturale che ogni istituzione educativa e sociale è chiamata ad abbracciare. In questo cammino, figure, luoghi e metodologie si ergono come veri e propri “fari”, offrendo luce e orientamento. L’istituto Casalini, sposando i principi di una reale inclusione, si pone come un punto di riferimento essenziale, specialmente attraverso l’adozione strategica della Metodologia Educativa Combinata (MEC) e il suo ambizioso progetto di diventare un "Paese amico dell'Autismo".

Per troppo tempo, si è confusa l'inclusione con il mero inserimento, ovvero il tentativo di "inserire" l'individuo con bisogni speciali in un contesto predefinito. L'inclusione autentica ribalta questa prospettiva: è il sistema che si modella e si adatta per accogliere la diversità come una risorsa, valorizzando i talenti unici di ogni persona.

La Metodologia Educativa Combinata (MEC), presentata durante l’incontro formativo del 4 dicembre dalla dottoressa Sebastiana Veneziano, al personale interno, a dipendenti del comune, agli assessori comunali, al sindaco e alle associazioni del territorio, si pone come ponte per l'apprendimento di tutti, ovvero strumento operativo d'eccellenza per tradurre la visione inclusiva in pratiche didattiche efficaci. Essa è un approccio dinamico che combina in modo sinergico diverse strategie pedagogiche e didattiche.

Il cuore pulsante della MEC e la sua massima espressione inclusiva risiedono nel tutoraggio tra pari. In particolare, il metodo punta a strutturare un sistema di supporto reciproco tra diversi soggetti:

  • alunni normodotati (Tutor):che sviluppano competenze di empatia, responsabilità, comunicazione e flessibilità, imparando a vedere la diversità come un valore aggiunto.
  • alunni con disturbi dello spettro autistico:che traggono beneficio da un modello comportamentale e comunicativo vicino al loro, potenziando in tal modo le abilità sociali e la motivazione all'apprendimento in un ambiente protetto e naturale.

Questo meccanismo di tutoraggio intenzionale e strutturato non è solo un aiuto didattico, ma un vero e proprio laboratorio di cittadinanza attiva, dove le interazioni sociali diventano il veicolo principale per una crescita emotiva e cognitiva bilaterale.

L'ambizione del “Casalini” va oltre l'eccellenza didattica: l'istituto aspira a diventare il faro, promotore di un "Paese Amico dell'Autismo", un paese modello per l’inclusione.

Questo significa:

  • creare un ecosistema accogliente;
  • divenire centro di ricerca e formazione continua;
  • offrire un modello di riferimento.

L'esperienza del “Casalini” e la sua dedizione alla MEC dimostrano che l'inclusione non è un'utopia, ma un traguardo raggiungibile attraverso la volontà, la formazione e la scelta di strumenti didattici adeguati. Il faro del Casalini non solo orienta, ma illumina la rotta verso un futuro in cui la diversità è la norma e il tutoraggio la chiave per sbloccare il potenziale di tutti.

È per questo motivo che la formazione del 4 dicembre è stata indirizzata anche a soggetti esterni all’istituto: non potrà mai esserci inclusione se non vi è dialogo e quindi non si fa rete. Occorre una collaborazione sistemica capace di trovare dinamiche comuni e condivise per tale obiettivo.