domenica 19 maggio 2024

21/02/2009 09:09:01 - Manduria - Speciale

Attivo da tempo un impianto di 50 chilowatt

 
La Sicilia e la Puglia sono le regioni che, per caratteristiche morfologiche e per latitudine, meglio potrebbero sfruttare una fonte di energia inesauribile: quella solare. Eppure, dai dati che pubblichiamo nella tabella in basso, notiamo che la Puglia è appena settima fra le regioni italiane per potenza di impianti fotovoltaici attivi (6.991 su un totale di 110.418) e la Sicilia è ancora più indietro.
Qual è la regione prima in graduatoria? La Lombardia, regione con condizioni climatiche sicuramente peggiori della Puglia.
E’ importante, allora, essere consequenziali, soprattutto in una zona in cui, poco più di due decenni fa, c’è stata una dura battaglia contro le centrali nucleari.
La tecnologia fotovoltaica, com’è noto, consente di trasformare l’energia solare in energia elettrica ed é una tecnologia innovativa dal momento che gli impianti fotovoltaici non necessitano di alcun combustibile e non richiedono manutenzione e possono essere costruiti a seconda delle esigenze dell’utente. Il costo dell’impianto, sebbene elevato all’inizio, può essere recuperato grazie alla gratuità della fonte energetica (il sole) e alla lunga durata dell’impianto stesso.
Abbiamo allora voluto dedicare quindi uno Speciale a chi (la cantina ed oleificio Cantolio) si è dimostrato più pronto a cogliere questa innovazione.
 
Cantolio sceglie l’energia pulita: attivato un grande impianto fotovoltaico
E’ in funzione dal gennaio del 2008 - Le innovazioni del presidente Pignataro
 
Parte dell’energia utilizzata per il funzionamento della cantina e dell’oleificio è prodotta, in proprio, attraverso un grande impianto fotovoltaico (50 kilowatt: fra i più grandi attivi sinora in Puglia).
Dal gennaio dello scorso anno, Cantolio, una delle tre cooperative agricole della città, ha sposato una filosofia nuova. Ha investito sull’energia pulita. In particolare quella solare. Un segnale importante di cambiamento che ben si interseca con la politica di innovazione che sta attuando, con successo, il presidente della cooperativa, Raffaele Pignataro, da circa cinque anni al timone della struttura.
«Come mai questa scelta? Io credo nella necessità di ricorrere sempre più consistentemente all’energia pulita» è stata la risposta del presidente Pignataro. «E, poi, non può non esserci un legame fra l’agricoltura e l’ambiente: devono essere, in primis, proprio gli operatori di questo comparto, che vivono e lavorano ogni giorno a contatto con la natura e che dalla natura ricevono il sostentamento economico, a rispettare l’ambiente e a dimostrare concretamente sensibilità. La mia è stata una scelta dettata da una convinzione di base. Dirò di più: se avessimo avuto una superficie più ampia, avremmo puntato su un impianto ancora maggiore».
In un mondo sempre più popolato da addetti ai lavori “over 60”, è piacevole constatare questa fresca ventata di idee nuove. Per continuare ad occupare un segmento importante del mercato occorre stare al passo con i tempi. E Pignataro, pur dovendo confrontarsi con un discreto numero di soci di una certa età (e, quindi, proprio per quest’aspetto anagrafico, di solito poco inclini alle innovazioni e ai mutamenti), ha immediatamente impresso una propria impronta nel modo di amministrare la cantina. E la vitalità di questo nuovo presidente (probabilmente anche più giovane di tutti coloro che lo hanno preceduto) promette tante altre novità.
«Io non mi fermo» annuncia al nostro giornale Pignataro. «Secondo me bisogna proseguire su questa strada. Ho tante idee che vorrei realizzare. Per esempio, sono convinto che altra energia potrebbe prodursi con un piccolo impianto per bruciare le biomasse, la feccia e la sanza. Attualmente c’è chi brucia le biomasse nei campi, inquinando l’ambiente. Allora perché non utilizzare questi elementi, il cui smaltimento costituisce attualmente un problema, per produrre, in proprio, altra energia? Convinzione che si è maggiormente rafforzata quando il petrolio, negli ultimi mesi, ha toccato quotazioni da capogiro».
Cantolio (la nuova griffe scelta per questa struttura, la cui denominazione storica è Cantina ed Oleificio Sociale), è apripista, quindi, di una filosofia che pochi in città hanno ancora sposato. Sole e vento sono fonti inesauribili, che potrebbero essere utilizzate per diminuire la dipendenza dal petrolio o, peggio ancora, dal nucleare, che a livello nazionale si vorrebbe rilanciare. Merito del presidente Pignataro e del suo Consiglio di Amministrazione (composto dal vicepresidente Vincenzo Losito e, in ordine alfabetico, da Rocco Bianco, Francesco Delle Grottaglie, Giuseppe Dell’Aquila, Franco Filograno, Gregorio My, Pompeo Stano e Antonio Stranieri).
«Inizialmente qualche resistenza, come è normale che sia, c’è stata fra i soci. Si trattava di un investimento di un certo rilievo. Ma già ora, dopo un anno, i risultati ci stanno dando ragione. Pur avendo lavorato un quantitativo di prodotto superiore rispetto all’anno precedente (che ha richiesto quindi un consumo energetico maggiore) e pur in presenza di significativi aumenti del costo dell’energia, i costi sopportati per il 2008 sono stati più o meno simili a quelli dell’anno precedente. Il risparmio, dunque, c’è stato. Senza considerare che, grazie al contributo statale, fra non molti anni rientreremo in possesso dell’intero capitale investito. Un impianto di questo tipo è garantito per non meno di 20-25 anni. E poi c’è anche un altro aspetto importante: quello dell’immagine. Noi rimarchiamo sempre che i nostri prodotti sono lavorati anche con energia pulita. E grazie a ciò possiamo anche puntare ad un target di mercato diverso, perché questa tale conferisce un valore diverso ai nostri prodotti».
Il presidente Pignataro non si è limitato a questa innovazione, di cui riferiamo anche nella pagina seguente. Ha dato inizio ad una vera svolta gestionale.
«Ho adeguato tutti gli impianti di produzione scegliendo tecnologie all’avanguardia. Possiamo quindi utilizzare macchinari che ci consentono di affinare ancor di più la lavorazione. Ma per giungere ad un prodotto di alta qualità, seguiamo e sosteniamo i nostri soci in ogni tappa dell’intera filiera. E la scelta di puntare alla qualità sta già pagando: proprio recentemente due nostri vini sono stati premiati dalla prestigiosa rivista “Gambero Rosso”».
Tutto questi sforzi nonostante il sistema creditizio sia molto restio a concedere fiducia alle cooperative e, più in generale, alle imprese in questo territorio.
«Se fossimo supportati meglio dal sistema creditizio e se non ci fosse stata la brutta vendemmia del 2005, i margini di manovra sarebbero sicuramente diversi» fa presente ancora il presidente Pignataro. «Purtroppo la crisi economica influisce molto. Ma va pure preso atto che, rispetto a qualche anno fa, la situazione è sicuramente migliorata».
Pignataro, infine, avanza una proposta per rilanciare il settore a Manduria.
«E’a mio avviso necessario fare sistema» sostiene Raffaele Pignataro. «A Manduria vi sono tre grosse cooperative sociali. Se ci fosse una vera alleanza, o, meglio ancora, se nascesse un consorzio di secondo grado, potremmo affrontare meglio il mercato, unendo le risorse».
 
Parla il progettista: l’ing. Antonio Di Lorenzo
L’impianto di Cantolio ha già prodotto, da gennaio ad agosto del 2008, oltre 56.000 kw/h.
La stima per un anno è di 80.000
 
I conti tornano: in otto mesi, da gennaio ad agosto, l’impianto fotovoltaico della cantina sociale ed oleificio Cantolio di Manduria ha prodotto 56.408 kw/h. In attesa dei dati ufficiali, secondo una proiezione, negli ultimi quattro mesi dell’anno l’impianto dovrebbe produrre ulteriori 23.000 km/h, per complessivi 80.000 kw/h.
«Avevamo stimato una produzione di circa 75.000 kw/h» fa presente il progettista, nonché direttore dei lavori, Antonio Di Lorenzo. «Secondo le nostre proiezioni, probabilmente la produzione è stata superiore alle nostre attese. Anche perché l’anno appena terminato è stato ottimale per la produzione di energia da impianti fotovoltaici mediante la conversione della fonte alternativa solare».
Questo attivo sul tetto di Cantolio è fra i più gradi non solo della zona, ma anche della Puglia: 49,896 kWP. Tale impianto consente alla struttura vinicola ed olivicola mandurina di conseguire un significativo risparmio energetico.
Ma prima di entrare nel merito, l’ing. Di Lorenzo si sofferma più dettagliatamente sulle regole che disciplinano il funzionamento degli impianti fotovoltaici e sugli aiuti statali.
«Attualmente in Italia è attivo un meccanismo di incentivazione, definito “Conto Energia”, per la produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici» ci spiega l’ing. Di Lorenzo. «La caratteristica fondamentale di questo sistema di incentivazione è quella di riconoscere, ai soggetti responsabili degli impianti connessi alla rete elettrica nazionale, un contributo per l’energia elettrica prodotta. Inoltre è possibile optare tra i due seguenti regimi: il Net metering ovvero lo Scambio sul Posto per gli impianti fino a 20 kWp; la vendita dell’energia immessa in rete (l’energia prodotta e non autoconsumata)».
L’ing. Di Lorenzo indica la differenza fra i due sistemi.
«Il primo è un meccanismo che regola l’immissione ed il prelievo dell’energia elettrica degli impianti allacciati alla rete pubblica. L’energia (kWh) prodotta dall’impianto e non assorbita dalle utenze elettriche viene immessa in rete e misurata da un apposito contatore. Alla fine dell’anno la società elettrica effettua un conguaglio, rimborsando al cliente una quota dell’energia assorbita pari a quella immessa in rete durante l’anno. Qualora si verifichi un saldo positivo d’energia immessa, non è prevista alcuna remunerazione, ma questa quantità d’energia elettrica può essere portata a credito a tempo indeterminato. Dal primo gennaio scorso, inoltre, questo meccanismo dello scambio non è più gestito dall’Enel (come è avvenuto sino al 31 dicembre), ma direttamente dal GSE, il gestore unico dei servizi elettrici. E’ evidente che un sovradimensionato dell’impianto rispetto ai consumi dell’utente implica la sistematicità del credito, che viene di fatto perduto.
Invece nel secondo regime, la parte di energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico che non viene consumata dalle utenze viene venduta alla società elettrica ad un prezzo stabilito dall’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas.
Sulla base di questi meccanismi esposti, dall’analisi del consumo elettrico annuale di Cantolio e dalle dimensioni dell’area utilizzabile per l’installazione (circa 600 metri quadrati), si è dimensionato l’impianto prevedendo di non coprire tutti i consumi elettrici e quindi di optare per il regime di “vendita dell’energia immessa in rete”».
In effetti, grazie all’impianto, Cantolio disporrà di poco meno di un terzo del proprio fabbisogno di energia attraverso il proprio impianto.
«A seguito di un’analisi si è stimato che durante l’anno il consumo medio dell’energia elettrica delle utenze alimentate è di circa 265.000 kWh. Non tutta l’energia prodotta, però, è stata consumata dall’azienda manduriana. Ci sono dei periodi che l’energia prodotta è maggiore rispetto al fabbisogno. E, pertanto, questa viene immessa in rete e pagata. Ad esempio, dai dati già ufficiali si evince che, sino al 31 agosto del 2008, Cantolio ha consumato circa 40.000 dei 56.408 kw/h prodotti. Gli altri sono stati immessi in rete e pagati».
Poi l’ing. Di Lorenzo, esperto del settore (ha già realizzato 5 impianti in città e ne ha in progettazione altri 7 nella zona), descrive anche le caratteristiche tecniche dell’impianto.
«Il modulo scelto è SHARP ND-162E1F, che fa parte di una vasta gamma di moduli fotovoltaici, frutto di un’esperienza di oltre 45 anni che ha posto questa azienda tra i maggiori protagonisti mondiali dell’energia solare. Questo modulo è concepito per una lunga durata, per la massima affidabilità in qualsiasi situazione ambientale ed è ideale per utenze connesse alla rete elettrica. I moduli fotovoltaici utilizzati sono composti da 48 celle solari di silicio policristallino, in vetro anteriore temperato, con cornice in alluminio anodizzato per una lunga durata in qualsiasi condizione meteo. Sono coperti da garanzia contro i difetti di fabbricazione per un periodo di due anni e da garanzia attestante un decadimento della potenza erogata non superiore al 10% nell’arco di 12 anni e non superiore al 20% in 25 anni.
Il campo fotovoltaico di Cantolio è composto da quattordici stringhe, costituite ciascuna da 22 moduli in serie: complessivi quindi sono 308 moduli. Il campo fotovoltaico produce energia in corrente continua e pertanto occorre un dispositivo che converta la corrente continua in corrente alternata, in modo quindi da poterla immettere in rete. Il convertitore statico utilizzato per applicazioni fotovoltaiche è noto con il nome di “inverter”. Tale dispositivo è dotato di soluzioni di protezione e controllo che fanno si che il collegamento con la rete elettrica sia definito sicuro e comunque conforme ai requisiti tecnici e di sicurezza che tale connessione richiede».
 








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