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13/01/2012 11:53:19 - Sava - Politica

Il provvedimento adottato dopo un esposto di Carrieri. La replica di Maggi

 
Non avrebbe adottato i provvedimenti urgenti e necessari per impedire l’accesso all’area della pericolante cappella del cimitero di Sava, riservata ai Combattenti e ai Reduci di Guerra.
Di questa accusa dovrà rispondere il sindaco di Sava, Aldo Maggi, sul quale pende la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero Remo Epifani. La prima udienza per questo provvedimento è fissata per il primo marzo prossimo.
L’episodio risale all’autunno del 2010. A seguito di un esposto inoltrato dall’ambientalista savese Mimmo Carrieri, ripreso anche dai mass media, sulla precarietà statica della cappella dei Combattenti e Reduci di Guerra del cimitero di Sava, vi fu un sopralluogo dei Vigili del Fuoco.
«Nel corso di quel sopralluogo» è riportato nel decreto di richiesta di rinvio a giudizio, «è stata constatata la complessiva situazione di fatiscenza (determinata da copiose infiltrazioni di acqua piovana, da lesioni nei muri, da distacchi di porzioni di intonaco, nonché da quadri elettrici privi di adeguate protezioni). Pur in presenza di tale oggettiva situazione di pericolo, resa evidente dal contenuto del verbale di sopralluogo dei Vigili del Fuoco (tempestivamente comunicatogli), Maggi, nella qualità di sindaco del Comune di Sava, disponeva l’arbitraria rimozione, nella serata del 28 ottobre del 2010, dei nastri di segnalazione di pericolo apposti dagli stessi Vigili del Fuoco, ed ometteva successivamente di adottare, nelle more degli interventi di definitiva eliminazione della situazione di pericolo, i provvedimenti urgenti e necessari di interdizione all’accesso a questi luoghi, pregiudicando, in tal modo, le esigenze di tutela della pubblica incolumità».
Maggi, difeso dall’avvocato Franz Pesare, si dimostra tranquillo.
«Mi rimetto alla valutazione del giudice, che ha in mano tutto il fascicolo» è il commento alla notizia. «Sono sereno, perché io mi recai sul posto per verificare la situazione. Inoltre, non spetta al sindaco emettere un’ordinanza. Il sindaco la firma su proposta dell’Ufficio Tecnico, che non la ritenne necessaria perché non sussisteva il pericolo di crollo. Io ho invece firmato l’ordinanza per intimare ai privati i lavori di consolidamento della struttura, che non furono eseguiti. A quel punto, abbiamo deciso di eseguirli noi, per poi rivalerci. Questa è la storia. Attendo, quindi, con serenità e fiducia il pronunciamento dei giudici».








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