lunedì 06 maggio 2024

22/03/2012 07:11:41 - Sava - Cultura

Da quest’anni a questa parte, una tradizione che fa parte della cultura di Sava

 
Appena arrivati a casa da scuola capivi subito che quello non era un pomeriggio come gli altri. La “gara” cominciava poco dopo pranzo. Peppu suonava al campanello di casa: la missione aveva già preso il via.
L’obiettivo era semplice. Si trattava di raccattare quanta più stroma e salamienti possibili. Il pomeriggio si prospettava faticoso. Peppu, Cosimo, Antonio e Giovanni andavano in giro per le campagne con carretti improvvisati, biciclette, piccoli motoriniperché il tempo era poco. Entro quattro-cinque ore bisognava raccogliere la legna. Tanta legna perché quello a cui dovevano partecipare doveva essere lu fanoi ti San Giseppu chiù bellu e chiu granni ti Sava! E solo dopo le otto e fino a notte fonda, quando ci sarebbe stata l’accensione e poi la lunga serata con giochi, canti e balli, si sarebbe capito quale fanoi  sarebbe stato il più affascinante, quello con la fiamma più alta, quello dove c’erano state più persone. Non si sarebbe saputo mai con certezza quale avrebbe vinto. Quasi ogni strada del Paese aveva un falò, un omaggio cattolico a San Giuseppe, un rito pagano con il quale i contadini cercavano di propiziarsi un’arrivo di una primavera carica di frutti. Una cosa era innegabile: la competizione tra vie, rioni, contrade c’era. Eccome.
Funzionava così fino a circa 20 anni fa. Una tradizione quella del fanoi di San Giseppu che affonda le radici in decenni se non secoli fa, che è mutata ma che per fortuna e grazie alla buona volontà dei savesi, non si perde oggi.
Dal 2000 in poi accendere fuochi sull’asfalto è praticamente impossibile per via delle tubature degli impianti di metano sottostanti. Ma la tradizione non è sparita. E così i falò sono “emigrati” nelle zone verdi, limitrofe al centro abitato di Sava.
La sera del 18 marzo 2012, esattamente come quelle di tanti anni fa, lu fanoi ti San Gisuppu è “rivissuto” anche grazie a SAVA CE’ , la nostra associazione culturale che in queste occasioni va a nozze, avendo l’opportunità di valorizzare le usanze più belle e sentite di Sava. Il nostro gruppo ha acceso il falò in via Lago Maggiore, contrada Fontana. Non eravamo soli: nella stessa zona c’erano altri fanoi e stavolta la competizione, piccola differenza con il passato, ha lasciato spazio al gemellaggio. Ben quattro falò della zona hanno collaborato per rendere l’evento quanto più partecipativo e solidale possibile. L’empatia è stata tale che per l’accensione dei fuochi ci si è passati simbolicamente il testimone attraverso una fiaccola. Un esempio di collaborazione spontanea che ha messo in evidenza l’evento inteso come momento di aggregazione degli abitanti del nostro Paese.
Quest’anno poi la tradizione di “Lu fanoi ti San Giseppu” ha avuto un eco anche maggiore degli anni passati con i falò accesi da gruppi di cittadini e gli iscritti ad altre associazioni che sono stati più numerosi del solito.
Dopo l'accensione del nostro fuoco la serata è proseguita all’insegna dei festeggiamenti in onore del Santo. Da noi,  in via Lago Maggiore si è banchettato con piatti e pietanze tipiche della tradizione. Piatti come ceci, grano, fave, tutti rigorosamente preparati dalle signore che fanno parte della nostra associazione che non ci stancheremo mai di ringraziare. Tutto è stato offerto gratuitamente ai numerosissimi visitatori che hanno colto il nostro invito e che sono passati a visitare  lu fanoi ti SAVA CE’ . Oltre al cibo, al calore del fuoco, i nostri associati, ospiti, vicini si sono divertiti ballando e cantando inni della tradizione popolare.
Lunedì 19, il giorno, è stata poi la volta di un'altra tradizione molto partecipata: quella ti li mattri ti San Giseppu, evento organizzato dal Comune, quest’anno rappresentato dall’assessore alla cultura Ciro Buccoliero. Le ‘madie savesi’, un tempo strumento usato dalle massaie anche come scompartimento per riporre farina, stoviglie, cibi e pane cotto si trasformano in questa giornata in tavolate organizzate lungo la centralissima via Roma. Oltre al pane, ci sono primi piatti già pronti, legumi, verdure, bevande e frutta, dolci tradizionali, tra cui le zeppole tipiche della festa. Attraverso le madie si compie un’opera devozionale: le famiglie più ricche del Paese e oggigiorno anche le associazioni,  come noi di SAVA CE’, fanno la carità ai poveri, agli emarginati.  Le pietanze sono state consegnate dopo mezzogiorno, ora in cui è stata impartita la benedizione da parte del frate francescano del vicino Convento dei Frati Minori. Li mattri di San Giseppu sono anche un evento colorito dalla presenza della cittadinanza che passeggia per la via e dalle scolaresche delle elementari che con la loro vivacità rallegrano l’atmosfera. Oltre al falò dunque, anche la madia organizzata dal nostro gruppo ci fanno dire che quello di quest’anno è un bilancio molto positivo per questo San Giuseppe Savese.  Siamo soddisfatti perché sembra che queste tradizioni che vi abbiamo raccontato hanno ritrovato una volta di più il vigore del passato. Vigore che ci auguriamo sia ritrovato anche per il significato spirituale della misericordia verso i
 
Resp. alle Relaz. Esterne
SAVA CE’
Carlo Frioli








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