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08/03/2008 06:58:10 - Sava - Cultura

Politica, tragedia e risvolti passionali

  

Ricorre in questi giorni l' anniversario della tragedia di Pasano che nel lontano 1908 macchiò Sava di sangue: in occasione della popolare festa della Madonna, alcuni esponenti di due fazioni politiche contrapposte diedero luogo ad una rissa nella quale ci furono due morti. L'episodio rappresenta l'epilogo di rivalità  e  beghe  consolidate da anni.

La storia della lunga faida tra Milampi e Spuntuni è una di quelle che hanno dato  fervida ispirazione ai vecchi cantastorie per i  loro componimenti epici. Difatti, tra fatti di sangue, passioni amorose e tumultuose vicende della vita politica di una comunità, il susseguirsi dei fatti che vedevano protagoniste queste due fazioni in perenne competizione spinse i cantori dell'epoca a metterne in versi la saga, in più occasioni.

A quanto pare, queste denominazioni caratterizzano l' identità di schieramenti  in contrapposizione in alcuni paesi del Salento, e sono retaggio di ancor più antichi soprannomi  utilizzati per caratterizzare l'appartenenza al seguito di famiglie che si contendevano il potere politico e amministrativo dei luoghi. Ritroviamo anche in Manduria i Milampi e gli Spuntuni (capeggiati rispettivamente dalle famiglie Schiavoni e Arnò), mentre in altre zone della attuale provincia tarantina, come Martina Franca, si ha memoria di due fazioni denominate Crumiri e Pipistrelli. A Sava il "partito" dei Milampi era guidato dalla famiglia Schifone, e quello degli Spuntuni dai Caraccio. Trattasi in ogni caso delle correnti altrove indicate con i termini più noti di Neoguelfi e Neoghibellini.

La famiglia Schifone riveste un ruolo di primo piano nella guida della politica savese sin da fine '800. Nel 1902, in occasione di una campagna elettorale, si crea un clima di estrema tensione che porta ad uno degli scontri più accesi: il presidente della commissione elettorale, Caraccio, che è anche il leader degli Spuntuni, priva del diritto di voto 14 cittadini appartenenti al gruppo dei Milampi. Si aprono contenziosi legali e lotte che si concludono comunque con la vittoria elettorale dei Milampi. Nel 1906 nuove elezioni riaccendono gli animi, ma ancor prima, nel 1904, il clima di tensione è ravvivato da una storia d'amore, passione e tradimenti, che vede protagonisti Niculinu e Michilina (due giovani appartenenti a famiglie dei rispettivi schieramenti): questa vicenda, e con essa altre a seguire, finirà nei versi del cantastorie: il giovane "sinsali" Niculino, sposato e con figli, con la scusa dei  rapporti commerciali in corso con il padre di Michelina (compravendita di vino), "con la sua menti fina, scì parlava cu Michilina". E' così che i due giovani si accendono di passione l'un l'altra e la giovane Michelina "la sera ti Santu Marcu si lu feci nu gran curaggiu: quant'era 'ffizziunata d'amori, ca abbandunòu li suoi genitori". 

La tensione tra i due gruppi raggiungerà un tragico apice nel marzo del 1908: nella prima domenica di questo mese, difatti, il popolo savese festeggiava (e festeggia ancor oggi) la Madonna di Pasano presso il santuario situato nella omonima contrada, che aveva dato anche il nome ad un antico Casale poco distante da Sava. In quella occasione, complice - forse - anche qualche bicchiere di vino di troppo, consumato nei banchetti adibiti per la grande festa che si teneva nel piazzale esterno al santuario, esponenti delle due fazioni giungono allo scontro, che inizialmente è verbale ma ben  presto dai motteggi si passa agli insulti, poi al lancio di sassi, e infine ai coltelli.

Tra i  protagonisti "principali" di questa tragedia, Michele Lomartire, Luigi Melle e Arcangelo Fabbiano dei Milampi, e i fratelli Vitale (Nicolino, Cosimo e Antonio) per gli Spuntuni. Luigi Melle viene ripetutamente colpito da lanci di pesanti sassi fino a riportare laceranti e sanguinose ferite al cranio ("... e allu povuru Luisci Melli fuèra rotti li suoi cervelli", racconta il cantastorie), mentre Michele Lomartire, giunto in soccorso di Arcangelo Fabbiano che è alle prese con Nicolino Vitale, intraprenderà con costui un duello a suon di coltelli che terminerà con l'uccisione del Vitale. Altri esponenti delle rispettive fazioni si scontreranno e si feriranno vicendevolmente, mentre le guardie municipali invano tenteranno di tenere sotto controllo la sanguinosa rissa: soltanto l' Arciprete Orazio Schifone riuscirà, innalzando il Crocefisso dinanzi ai contendenti e urlando di fermarsi in nome di Dio, a ottenere l'effetto di placare gli animi dopo che, tuttavia, il peggio era avvenuto ("l'Arcipreti a chianu a chianu assìu cu lu Crucifissu a manu: e puru iu n'azzai la manu, alla Vergini ti Pasanu", racconterà ancora il cantastorie). Nicolino Vitale giace esanime; Michele Lomartire, raggiunto da Antonio, il fratello di Nicolino, viene pugnalato a sua volta ma si salverà con un espediente (fingerà di essere morto per poi lanciarsi in una fuga nella campagne con lo stomaco grondante di sangue); Luigi Melle nel frattempo è stato raggiunto e ulteriormente ferito presso l' Altare della chiesa, dove si era rifugiato già sanguinante (morirà un giorno dopo a seguito delle numerose ferite riportate). Il bilancio è perciò di due morti (uno per fazione) e diversi feriti. Il cantastorie Nardu lu Sciarpu concluderà la sua epica narrazione con questi versi: "e Diu no' si lu scorda mai, ca pì na piccola occasioni, s'ona persi due liòni" (i "due leoni" sono Luigi Melle  e Nicolino Vitale, morti nell'aspro combattimento).

Della vicenda si occuperà a più riprese anche la stampa dell'epoca, che oltre a riportare (con versioni differenti e contrastanti) i fatti della tragedia, narrerà anche del processo conclusosi due anni dopo, nel 1910, a seguito di una lunga causa, fatta di appassionate arringhe da parte degli avvocati dell'una e dell'altra fazione, e che sfocerà in tre arresti.

Per approfondimenti e dettagli vari sulla tragedia di Pasano e sulla storia della faida, è possibile consultare il seguente link (nel quale sono ricompresi anche i ritagli dei giornali che riportarono i vari fatti):

https://www.academia.edu/29239882/SAVA_NEI_PRIMI_DEL_900_LA_FAIDA_TRA_MILAMPI_E_SPUNTUNI

con_a_margine_ritagli_da_articoli_originali_della_stampa_depoca

 

 

 Il "Milampu" Michele Lomartire in una foto scattata nelle campagne savesi tra il 1928 e il 1930 (circa 20 anni dopo la tragedia di Pasano)

 

 

Gianfranco Mele

 

 

BIBLIOGRAFIA

 G. Pichierri, Questioni di politica nella Sava di fine ottocento e inizio novecento – la faida tra Milampi e Spuntuni, in : Omaggio a Sava (opera postuma a cura di V. Musardo Talò), Del Grifo Ed., Lecce, 1994, pp. 210-223

Gaetano Pichierri,  Milampi e Spuntuni: la tragedia della faida - Corriere del Giorno, anno III n. 48, 26 febbraio 1986

La Provincia di Lecce,  Una sanguinosa rissa a Sava,  anno XIV, n. 10, Lecce, 8 marzo 1908,  pag. 2

La Democrazia , Per certe corrispondenze, anno IX,  Lecce, 11-12 aprile 1908 n. 16, pag. 2

La Voce del Popolo -. Giornale di Taranto, Note giudiziarie: alla Corte d' Assise,  anno XXVII, n.6, 19 febbraio 1910, pag. 2

La Voce del Popolo -. giornale di Taranto, Il verdetto nella causa dei fatti sanguinosi di Sava,  anno XXVII, n.9, 20 marzo 1910, pag. 1









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