venerdì 19 aprile 2024

08/01/2020 12:04:47 - Provincia di Taranto - Attualità

«I giudici mettono le mani avanti e dicono: non siamo tecnici, siamo fallibili, le nostre valutazione tecniche possono essere anche per ipotesi scorrette dato che non abbiamo consultato un tecnico»

 

«Con la sentenza di oggi, il Tribunale del Riesame dà torto al giudice Maccagnano e ragione a ILVA consentendo la prosecuzione della produzione (sto semplificando). I giudici nel pronunciarsi non hanno consultato il custode giudiziario Barbara Valenzano. Non hanno nominato periti. Ma si sono espressi sulla materia tecnica. Il punto che mi lascia stupefatto è questa frasetta che i giudici del riesame hanno scritto a p. 14 in basso:

“Il Tribunale non dispone di poteri probatori ufficiosi, non può cioè nominare un perito, e deve quindi misurarsi con gli unici dati tecnici disponibili in atti, pur fallibili e in ipotesi scorretti”. Avete capito bene: mettono le mani avanti e dicono: non siamo tecnici, siamo fallibili, le nostre valutazione tecniche possono essere anche per ipotesi scorrette dato che non abbiamo consultato un tecnico.

In buona sostanza c’era la relazione tecnica (dell’ing. Barbara Valenzano) del custode giudiziario nominato ai tempi del procuratore Sebastio e del GIP Todisco. Quella relazione diceva: l’altoforno va spento, gli operai vanno allontanati dalla ghisa incandescente, i processi vanno automatizzati, e poiché l’ILVA non ha fatto ciò dal 2015 a oggi... L’altoforno va spento perché è troppo pericoloso. Ma i giudici - che tecnici non sono - non lo vogliono spegnere perché credono alla relazione tecnica degli esperti dell’ILVA. Gli esperti dell’ILVA affermano in buona sostanza: non è vero che l'altoforno è così pericoloso come sostiene il custode giudiziario, che chiede il fermo dell'altoforno. La relazione degli esperti dell'ILVA (che ne chiedevano la prosecuzione) è terribilmente tecnica, ha una quantità di valutazioni statistiche che metterebbe in crisi un professore di matematica.

Ma i giudici del Riesame sono bravissimi, la comprendono da soli, senza nominare un tecnico e senza consultarsi con il custode giudiziario. Il giudici del Tribunale del Riesame hanno valutato - grazie alle loro eccellenti competenze di matematica - che i rischi derivanti dalla prosecuzione dell’altoforno 2 non sarebbero rilevanti. E così danno ragione all’ILVA perché ne comprendono e ne condividono la corposa relazione tecnica, infarcita da una complessa valutazione statistica. E lo hanno fatto senza poter consultare alcun perito: avevano le competenze per farlo? Evidentemente sì, dato che fanno sfoggio di una eccellente conoscenza delle questioni tecniche.

Evidentemente si sono laureati in Legge ma erano degli ingegneri mancati o hanno coltivato segretamente la passione per la matematica, la statistica, la tecnologia siderurgica: menti di elevatissima cultura questi magistrati del riesame. E’ il caso di dire: “chapeau”! Non voglio assolutamente insinuare che varie pagine della sentenza le abbia scritte qualche tecnico - mai sia - ma devo dire che sono stati bravissimi. Hanno le competenze tecniche per destreggiarsi fra analisi di rischio, valutazioni scientifiche e trarre una sentenza dalle valutazioni specialistiche da loro compiute. Complimenti ai giudici del Riesame, complimenti vivissimi, sono stato bravi come i migliori periti che potrebbero trovare sul mercato, pur non avendo avuto la possibilità di nominarne alcuno. Complimenti davvero».

Alessandro Marescotti









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