sabato 14 dicembre 2024


25/11/2024 08:04:34 - Provincia di Taranto - Attualitą

Il MArTA oggi pubblica sui suoi social una grafica inequivocabile che invita le donne a non sentirsi mai colpevoli della violenza generata da una persona e mai da un abito

Il Museo archeologico nazionale di Taranto ci ha ormai abituato a campagne sociali legate alle grandi pertinenze storico-archeologiche, presenti in uno dei musei che meglio racconta l’evoluzione delle civiltà e dei costumi dei popoli mediterranei.

Per questa ragione il MArTA sceglie di mettere l’accento sulla data del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, partendo da uno dei tanti stereotipi che accompagnano la violenza.

Nel museo che porta il nome di una donna il bollettino di guerra che riguarda le donne non può lasciare indifferenti. oltre 50 sono le donne vittime di omicidio da parte dei loro fidanzati o compagni, quasi 3mila le violenze sessuali, 700 i casi di revenge porn, oltre 33mila le chiamate al centro antiviolenza 1522. Eppure a molte di queste donne viene ancora posta una domanda che suona offensiva e violenta, ovvero “Ma come eri vestita”?

E pensare che qui a Taranto l’abito delle donne era il Tarantinidìon – spiega la direttrice del MArTA, Stella Falzone – e la raffinatezza, la leggerezza e la trasparenza del tessuto, spesso filato con il pregiato bisso marino e tinto della porpora prodotta dallo schiacciamento dei murici, era simbolo di arte, piacere ma anche libertà.

Per questa ragione il MArTA nella giornata del 25 novembre pubblica sui suoi social una grafica inequivocabile che invita le donne a non sentirsi mai colpevoli della violenza generata da una persona e mai da un abito.

L’immagine scelta per la campagna è una statuetta policroma, risalente al 225 – 175 a.C. (collezione permanente MArTA), raffigurante una donna con tarantinidion.











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