domenica 05 maggio 2024

25/01/2009 10:25:29 - Sava - Politica

Parla Fabio Pichierri: «Nell’esecutivo non ci sentiamo rappresentati da nessuno»

 
Ad oltre un anno e mezzo dall’avvio della legislatura, non accettano più il ruolo di comparsa della maggioranza. Estraniati da ogni decisione importante ed esclusi dalla determinazione delle linee politiche strategiche della coalizione.
I tre consiglieri indipendenti Fabio Pichierri, Fabio Pennacchiotti e Renè Bisci, che hanno lasciato qualche mese fa il partito (l’Udeur), nella cui lista furono eletti alle ultime Comunali (la prima manifestazione ufficiale del loro disagio), ora chiedono una propria rappresentanza in giunta perché stanchi di vedere sempre accantonate le loro proposte e, quindi, di non avere, in sostanza, voce in capitolo in questa esperienza amministrativa.
A spiegare le ragioni che hanno indotto i tre consiglieri ad avanzare questa richiesta è Fabio Pichierri.
«Più volte, nella prima fase della legislatura, abbiamo chiesto a quello che era l’assessore espresso dal nostro partito (l’Udeur), ovvero Pasquale Calasso, di informare e coinvolgere anche noi consiglieri nell’attività e nelle scelte in giunta» è la premessa di Fabio Pichierri. «Nonostante le rassicurazioni di rito, non è cambiato mai nulla. Anzi, ogni nostra proposta amministrativa è stata puntualmente e regolarmente accantonata».
Dopo oltre un anno dall’insediamento amministrativo, i tre consiglieri decisero, allora, di abbandonare il partito.
«Avremmo potuto, in quella circostanza, sfiduciare l’assessore Calasso, che rappresenta l’Udeur (o quel che resta di questo partito) in giunta. Non lo abbiamo fatto proprio per un senso di rispetto verso il partito in cui siamo stati eletti e verso tutti gli attivisti che hanno creduto nel progetto politico che ha consentito all’ing. Maggi di ritornare ad essere il sindaco di Sava».
Neppure questo gesto forte è servito a raddrizzare la rotta.
«A settembre è stato deciso di utilizzare una parte dell’avanzo di amministrazione (100.000 euro) per eseguire i lavori di completamento della rete idrica nella periferia dell’abitato» racconta ancora Pichierri. «C’è stata l’intesa su una scelta: dotare della rete idrica la zona in cui sorgerà una casa alloggio per i disabili. Avevamo poi chiesto, però, una decisione collegiale per le altre vie da servire con la rete idrica. Invece abbiamo avuto notizia dell’approvazione da parte della giunta del provvedimento, in cui, senza che noi fossimo coinvolti nella scelta, sono indicate le vie in cui saranno eseguiti questi lavori. Alcune di queste vie non hanno ancora un nome: questo dimostra come siano di recente creazione. Comprendiamo che la rete idrica sia un servizio primario che tutti vorrebbero. Però, a nostro avviso, il criterio da seguire è un altro: bisognava individuare le vie in cui c’è più richiesta, tenendo conto anche dei tempi di attesa di alcuni cittadini. A me risulta che le famiglie di alcune vie del centro abitato (e non della periferia), come, ad esempio, via Lucania e via Molise, sono in attesa da decenni. Ma ora si vedranno scavalcati da vie appena create. Non ci sentiamo di condividere questa scelta e, pertanto, prendiamo le distanze. Più in generale, noi siamo per una visione più ampia nell’amministrazione della cosa pubblica. Ad esempio io vorrei che, per l’individuazione dei gestori delle mense scolastiche, si procedesse con la pubblicazione dei bandi di gara, magari ampliando i tempi di assegnazione del servizio, in modo da permettere alle aziende vincitrici maggiore stabilità, che si rifletterebbe positivamente anche per gli assunti, che non avrebbero più contratti di soli 3 o 6 mesi».
Nella riunione di maggioranza di venerdì scorso, i tre consiglieri hanno richiesto di essere rappresentati in giunta.
«Non ci sentiamo più di avallare scelte dell’Amministrazione che o ci arrivano con pacchetti già pre-confezionati, oppure non condividiamo. Compreso il Bilancio: come potremmo votarlo se non abbiamo un rappresentante in giunta che potrà farsi garante delle nostre scelte? Ho sin qui maturato l’impressione che non è vero che a Sava non ci siano giovani disposti ad impegnarsi in politica. Ma, come è accaduto a noi, c’è chi blocca sistematicamente ogni tentativo dei giovani di lavorare a favore della crescita della città…».








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