La Confartigianato riporta l’attenzione sugli storici problemi “dimenticati” del territorio: «La nuova Amministrazione comunale avrà il compito di dare finalmente soluzioni»

Riceviamo, e pubblichiamo, un comunicato di Confartigianato Taranto. Ecco il testo.
«Non ce ne voglia nessuno, ma proviamo a portare all’attenzione della prossima Amministrazione comunale di Taranto gli storici temi sociali ed economici della città che sono da sempre irrisolti ed oscurati dalla grande ombra della vertenza del siderurgico e della crisi del sistema industriale monocommittente tarantino. Anche in questa campagna elettorale si è parlato molto di questi grandi temi, sui quali però poi il territorio, per legge, può dire e determinare assai poco; si è parlato molto dei si e dei no in merito ad altri insediamenti industriali ad alto impatto, anche ambientale per il territorio, mega progetti che poi spesso non vedono mai il giorno e per i quali si creano aspettative occupazionali e commerciali inevase, vedi ad esempio la storia industriale del nostro magico porto.
Purtroppo, poco spazio ed attenzione negli atti e nei fatti delle Amministrazioni comunali che si sono succedute in questi ultimi lunghi anni, hanno avuto temi vitali per la comunità come la sopravvivenza dell’economia di vicinato, con la desertificazione commerciale e lo spaventoso decremento abitativo che hanno impoverito in ogni senso luoghi simbolo come il borgo e città vecchia (ma progredisce rapidamente in altre zone), con una evidente mancanza di decoro e pulizia, con la spada di Damocle (sempre più concreta nei fatti) di veder ulteriormente decentrato lo sviluppo commerciale e residenziale della città in direzione del nuovo ospedale. Temi di vecchia data ma di stretta attualità che stanno segnando lo sviluppo del territorio e la fuga dei nostri giovani verso altri lidi molto più “normali” e dinamici.
Come Confartigianato ci chiediamo sempre come si possa pensare di poter investire in un’attività commerciale o artigianale in una città ridotta in queste condizioni, dove non esiste alcuna certezza su cosa, dove e perchè.
Altro tema imprescindibile è la sicurezza. Una città più sicura è più attrattiva, per le imprese, per chi ci lavora e per i turisti. Aspettiamo da tempo i piani di valorizzazione complessiva di Città Vecchia e Borgo, con interventi di recupero e riqualificazione delle aree e dei siti più degradati attraverso la promozione del rispetto della legalità e l'affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile, con pianificazione di insediamento di attività commerciali e botteghe artigianali.
A proposito di sicurezza, i nostri imprenditori (quelli che instancabilmente e stringendo i denti alzano quotidianamente la serranda tutte le mattine e creano posti di lavoro) chiedono di essere "difesi": è fondamentale non far perdere ai quartieri le loro funzioni economiche e sociali. Le attività artigianali e commerciali di vicinato sentono l'esigenza di essere "difese" dall'espansione delle grandi catene e pretendono di trovare nell’Amministrazione comunale un supporto nella valorizzazione dei negozi di quartiere e vicinato. Invece negli anni scorsi, e dopo tanto tempo, si è approvato un Documento strategico del commercio che va nella direzione opposta, tutto un rinvio ad atti successivi che poi non avvengono mai. Non ci stancheremo mai di denunciarlo, dopo esserci fermamente opposti in ogni dove. Basta vedere la nascita in città di ulteriori medie strutture commerciali monomarca che vendono di tutto, una città che ha il record di H24, una città che ancora oggi ha tutte le aree mercatali in situazione di fatiscenza e pericolo, abbandonate anche dagli stessi operatori ormai ridotti a poche decine di unità, una città che ha due mari e non ha un mercato del pesce in regola. Una vera e propria resa, ma a vantaggio di chi?
Ed a proposito di quartieri e della necessità di mantenerli vivi e connessi, si parla di mobilità. Sono anni che sentiamo parlare che la soluzione ai nostri problemi sono le BRT (di cui pochi ancora sanno qualcosa in merito al rapporto tra benefici e sacrifici). Si perché le BRT attraverseranno diversi km di strade all’interno della città, strade che saranno sacrificate al traffico ed alla sosta dei veicoli, e gli artigiani ed i commercianti che ci lavorano in quelle strade che fine faranno? Ed i posti auto che si perderanno dove e quando verranno recuperati? Ed il problema dei parcheggi in centro ancora irrisolto? Trent’anni di chiacchiere, a vantaggio di chi? O davvero si pensa che i nostri cittadini andranno di botto tutti a piedi e con i mezzi pubblici, o invece li costringeremo ancora di più a recarsi serenamente e facilmente presso i centri commerciali adiacenti il centro cittadino? Qualcuno penserà che siamo retrogradi, ciechi. Forse sarebbe invece giusto che qualcuno spieghi bene non solo cosa si vuol fare, ma come lo si vuol fare e quali sono le conseguenze delle scelte.
Avremmo voluto dare il nostro contributo sulla mobilità sostenibile, ma tutto è stato calato dall’alto come sempre sta avvenendo in questi anni, senza confronto, senza condivisione. Sarebbe stato normale aver potuto fare un approfondimento sul funzionamento dei park in rade, dei parcheggi di scambio, se stanno funzionando davvero.
E non ci sono novità nemmeno in merito ai livelli di tassazione comunale. Tutte le tariffe dei tributi sono da innumerevoli anni al massimo consentito e tutte le promesse di riduzione sono andate inevase, con un livello di servizi certamente non adeguato (a leggere la stampa e sentire cittadini ed imprese), prova provata ne è la pseudo raccolta differenziata dei rifiuti che magicamente a Taranto non ha portato alla riduzione dei costi. E nessuno al Comune ha saputo spiegarne i motivi. Allora perchè un’impresa dovrebbe insediarsi o continuare ad operare a Taranto se poi a pochi chilometri di distanza ci sono servizi e tributi assai più convenienti ed addirittura incentivi economici (promessi nel Documento strategico tarantino ma mai definiti ed applicati)?
Tema completamente escluso dai radar dell’amministrazione comunale è l’azione di contrasto all’abusivismo commerciale e soprattutto artigianale, con un’assenza di controlli ed attenzione da parte dei competenti uffici comunali verso il sommerso in diverse categorie produttive come ad esempio il benessere (parrucchieri ed estetiste), l’autoriparazione, l’edilizia, la serramentistica, l’impiantistica. Problema, quello della concorrenza sleale del mercato, che ha pesanti ripercussioni in tema occupazionale, igienico sanitario e di introiti tributari, al pari della mancanza di aree pubbliche da dedicare all’insediamento artigianale a costi accessibili ed adiacenti al centro abitato.
Gli imprenditori artigiani sono poi preoccupati per il decremento demografico anche in un'ottica di passaggio generazionale delle aziende, di vivacità della città, di mancanza di giovani preparati da impiegare. Per questo gli artigiani ribadiscono l'importanza di strumenti e di politiche sociali a favore delle famiglie con figli piccoli e degli anziani . Come sono assolutamente strategici i rapporti con i comuni della provincia in chiave viabilità, sviluppo turistico, accoglienza e infrastrutture.
Ora quello che si chiede alla prossima Amministrazione comunale è il “confronto reale” (metodo ormai scomparso dalla città) per avere le certezze su alcuni temi vitali per l’economia del territorio.
Crediamo che ai cittadini vadano dette le cose in modo più realistico, non crediamo più nello sviluppo del territorio in termini industriali, non ci sarà più quella grande industria capace di assorbire i nostri ragazzi, anzi, alla fine della giostra (se finirà mai) chissà quanti ne dovranno uscire fuori, che andranno ricollocati anche e soprattutto nell’autoimprenditorialità, e quindi dobbiamo
nei fatti progettare lo sviluppo su direttrici diverse. Occorre urgentemente metter mano ai quei problemi che continuano a bloccare lo sviluppo della piccola impresa, dell’artigianato e del commercio, tenuto presente che questi settori, a partire proprio dall’artigianato, sono molto dinamici in termini occupazionali.
La prossima Amministrazione avrà la possibilità di passare alla storia per aver avuto la forza e l’acume di liberare l’economia di vicinato dai lacci che l’attanagliano, ci vuole schiena dritta e competenza.
Confartigianato ci sarà, sarà al fianco dell’Amministrazione comunale se improntata nel viatico del confronto, condivisione e risoluzione dei tanti temi economici e sociali».

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