Ogni anno è così, si insinua a fine estate quella canaglia di una nostalgia, che come dicevano i greci, è il “dolore del ritorno”, quella mancanza di ciò che ci ha fatto stare bene

Quando finisce agosto, ahimè, il sapore dell’anguria fresca sempre in frigo per dissetarsi dalla canicola, sappiamo presto farà posto ad altri frutti dal gusto autunnale.
Eh sì, per chi ama l’estate, è una sottile sofferenza veder le giornate accorciarsi. Non è sdolcinata romanticheria, chi vive al sud lo sa bene: d'estate ci addormentiamo col canto dei grilli e ci svegliamo con quello delle cicale.
Al sottofondo musicale si aggiungono i colori nitidi del cielo sui muretti a secco, sulle vigne, sui monumenti che i turisti ammirano, sul mare turchese e sui paesini che dall'alto sembrano piccole bomboniere.
E se non basta soddisfare l'udito e la vista, puoi sentire l'odore di polpette fritte e focaccia al forno, panzerotti e melanzane ripiene. Il gusto per noi non è solo il senso del sapore, ma il senso della convivialità, della condivisione e dell'ospitalità.
La vita anche qui ha i suoi impegni e suoi grattacapi quotidiani, eppure a me d'estate sembra più colorata, più leggera, più frizzante.
Ogni anno è così, si insinua a fine estate quella canaglia di una nostalgia, che come dicevano i greci, è il “dolore del ritorno”, quella mancanza di ciò che ci ha fatto stare bene.
Cara estate, anche se ancora hai le valigie fatte a metà, ti ringrazio per esserci venuta a trovare anche quest'anno. Quando partirai, per favore, dimentica qualcosa fuori dalla valigia così dovrai tornare a riprenderla.
Mariangela Annicchiarico

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