L’incontro con gli studenti del Casalini: dal buio della diagnosi alla luce della vita. Come Melle ha riscritto il proprio destino con amore e determinazione

E’ un vero esempio di forza interiore e determinazione. Atleta paralimpico, è testimone vivente del potere della resilienza.
Leonardo Melle è stato ospite questa mattina dell’istituto comprensivo “Casalino”, ricevuto dal prof. Dario Alfieri e dagli studenti Fatima Balestra, Emma Boffoli, Rihanna Flora, Matteo Morleo, Francesco Rochira, Michele Trani e Giuseppe Zaccaria.
La sua storia ha lasciato tutti con il fiato sospeso. A 36 anni, Leonardo era nel pieno della sua vita. Imprenditore del settore edile, si era già affermato nel mondo del lavoro, quando un aneurisma improvviso lo ha colpito, stravolgendo tutto. I medici non lasciavano spazio a molte speranze: le parole erano fredde, spietate — “probabilmente non camminerà mai più”. Per chiunque sarebbe stata una sentenza difficile da accettare. Ma non per lui.
«Sono andato a dormire la sera e poi, dopo un lungo periodo di coma e dopo un delicato intervento al cervello, mi sono ritrovato in un letto di ospedale».
Leonardo Melle ha raccontato il suo percorso con una sincerità disarmante, senza filtri, ma sempre con il sorriso sulle labbra.
«E’ seguito un lunghissimo periodo di riabilitazione. Proprio in quei giorni, è stata la fisioterapista Lea Dorno a stimolarmi a praticare uno sport e in particolare a pedalare. Ho iniziato con un triciclo, ma non è stato semplice neppure fare delle passeggiate. Poi ho trovato le protesi giuste e tutto è cambiato».
Un brutto periodo, che per fortuna è alle spalle.
«Ho sofferto la depressione. E sapete come l’ho vinto? Conoscete l’effetto placebo? Il medico aveva consigliato alla mia compagna di somministrarmi gocce di acqua, spacciati per medicinale. Ebbene, quando, a mia insaputa, assumevo … l’acqua, la depressione, d’incanto, spariva. Vi ho raccontato questo per farvi capire come sia fondamentale reagire con la mente. Se qualcuno dovesse dirvi, nella vita, che non sarete all’altezza di qualcosa, voi non vi abbattete, ma reagite con la forza della volontà. Io, nei giorni della depressione, a volte non avevo voglia di reagire, ma poi ho capito che avevo ancora una vita davanti, anche se diversa da quella che avevo immaginato».
Con il tempo, Leonardo non solo è tornato a muoversi, ma ha conquistato podi internazionali, dimostrando che la volontà può spingersi oltre qualsiasi limite fisico. Ha elencato tutte le soddisfazioni che sono arrivate dal ciclismo paralimpico: la medaglia d’argento ai Mondiali in Sud Africa nel 2017 e le tantissime vittorie a vari livelli, compreso un periodo di cinque anni di imbattibilità.
«La gara più difficile ed emozionante? Sicuramente la prima, a Brescia. Mi ero presentato con una bici a tre ruote pesantissima, realizzata in forma artigianale: era una sorta di … carro armato. Nonostante questo handicap tecnico rispetto agli avversari, sono riuscito a vincere. Ho indossato più volte la maglia azzurra e per me è stato un onore e una responsabilità rappresentare l’Italia, ma mi dava nello stesso momento una carica enorme».
Melle ha svelato il suo motto.
«Volere è potere. Se c’è la volontà e la caparbietà, i risultati arrivano. Spesso, nelle gare (soprattutto quelle più difficili), non sono le gambe a pedalare, ma la mente. Non esiste ostacolo che non possa essere affrontato se si ha la giusta mentalità».
Uno dei ragazzi ha poi chiesto al campione manduriano se in futuro ci sarà un mondo senza barriere architettoniche e con la massima inclusione.
«Credo proprio di no… Io sono sempre in prima fila nelle battaglie contro le barriere architettoniche e per l’inclusione, ma ho ricevuto e continuo a ricevere tante delusioni. Al nord sono sicuramente più avanti…».
In un mondo che spesso idolatra la perfezione, Leonardo ha portato una lezione preziosa: la vera forza non è quella dei muscoli, ma quella che nasce quando tutto sembra perduto, eppure si trova ancora il coraggio di andare avanti.
I ragazzi lo hanno ascoltato in silenzio, colpiti dalla forza delle sue parole, ma soprattutto dalla luce che emanava il suo sguardo. Ma più di ogni parola, ciò che rimarrà nei cuori di quei giovani sarà il messaggio potente di speranza e coraggio che Leonardo ha lasciato: la vita può cambiare in un attimo, ma siamo noi a decidere come reagire.
Un vero campione non è chi non cade mai, ma chi trova sempre la forza di rialzarsi. E Leonardo, oggi, è molto più che un atleta: è un campione di vita.



Condividi