Concluso un progetto che ha avuto come finalità quella di educare i ragazzi all’amore per la storia dell’arte
Mentre la tragedia del terremoto che ha colpito l’Emilia si
frappone tra il countdown di fine anno scolastico e lo stato di crisi perenne della nostra economia, il patrimonio artistico della nostra bella Italia si assottiglia insieme alle scosse che, una dopo l’altra, cancellano secoli e secoli di storia dell’arte destinate a sopravvivere tra dvd in 3d della serie com’eravamo.
frappone tra il countdown di fine anno scolastico e lo stato di crisi perenne della nostra economia, il patrimonio artistico della nostra bella Italia si assottiglia insieme alle scosse che, una dopo l’altra, cancellano secoli e secoli di storia dell’arte destinate a sopravvivere tra dvd in 3d della serie com’eravamo.A raccogliere l’s.o.s dell’arte in rosso è naturalmente la scuola, cui spetta il compito di divulgare tra i banchi i sospiri del tempo che fu, cancellato prima della conclusione della più breve delle preghiere. E’ di questi giorni proprio un’iniziativa di questo genere organizzata dalla scuola media “Marugj-Frank” dal titolo “Il museo, luogo di tutela e conservazione dei beni culturali”, che vede nelle prof.sse Maria Luisa Barbuti e Maria
Occhilupo, le referenti di un progetto sviluppato nel corso dell’intero anno in collaborazione con la scuola elementare Michele Greco.
Occhilupo, le referenti di un progetto sviluppato nel corso dell’intero anno in collaborazione con la scuola elementare Michele Greco.In particolare, lo scopo dell’iniziativa è stato quello di educare i ragazzi all’amore per la storia dell’arte, partendo da una visita alla mostra Oltre le mura, che raccoglie il meglio di quanto emerso in anni di scavi a Manduria e dintorni, che fanno del nostro territorio uno scrigno inesplorato di tesori da portare alla luce.
Il percorso didattico ed educativo chiaro sin da quando si osservano i lavori dei ragazzi: dal ritrovamento di un reperto alla sua repertazione e catalogazione con schede di archeologi in erba che li aiutano a considerare gli aspetti essenziali di un frammento che dialoga con il suo interlocutore che deve dar voce a qualcosa che è muto, partendo dagli aspetti tipici della società messapica visti dai più piccoli. La trozzella naturalmente tra gli oggetti più studiati, esaminati, fagocitati, saccheggiati, esplorati....
Inutile dire che l’iniziativa si è garantita il plauso del dirigente, prof.ssa Maria Rita Pisarra e dell’interno collegio dei docenti insieme ai genitori, soprattutto in
questo momento in cui la voce assordante e paurosa del sottosuolo emiliano, semina pianto e distruzione tra gli uomini e i monumenti sapendo che il nostro tempo anche se non manca di grandi opere, manca del genio dei grandi uomini.
questo momento in cui la voce assordante e paurosa del sottosuolo emiliano, semina pianto e distruzione tra gli uomini e i monumenti sapendo che il nostro tempo anche se non manca di grandi opere, manca del genio dei grandi uomini.Mimmo Palummieri

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