venerdì 29 marzo 2024

21/12/2009 10:57:27 - Manduria - Attualità

Non hanno convinto le rassicurazioni fornite da Regione e Acquedotto nel vertice in Prefettura

 
E’ trasversale il fronte del no allo scarico in mare delle acque del futuro depuratore consortile di Manduria e di Sava. Scarico che avverrebbe attraverso una condotta sottomarina la cui lunghezza si è notevolmente accorciata (più di due terzi) rispetto agli iniziali 3 chilometri e 800 metri: nell’attuale progetto, infatti, ne è prevista una di appena un chilometro e 84 metri. Non solo. In mare finirebbero reflui depurati seguendo i parametri della Tabella 1, ovvero i meno affinati della scala esistente in materia.
Nel vertice dell’altro ieri in Prefettura vi è stata una compatta levata di scudi contro questa soluzione, ritenuta un serio pericolo per l’inquinamento del mare e per la scomparsa della poseidonia, una pianta fondamentale nell’habitat marino. Le praterie sottomarine della poseidonia hanno infatti molteplici funzioni:attenuano il moto ondoso proteggendo l’erosione dei litorali. sviluppano una ricca comunità biologica e contribuiscono all’ossigenazione delle acque. Contro il progetto si sono schierati l’Unione dei Comuni “Terre del Mare e del Sole” (composta da 4 comuni con amministrazioni di centrodestra e tre comuni con amministrazioni di centrosinistra), nonché, singolarmente, i comuni di Manduria (era rappresentato dalla dott.ssa Di Stani, sub commissario prefettizio, dal segretario generale e dal dirigente dell’Ufficio Tecnico), di Maruggio (era presente il sindaco Alberto Chimienti) e di Avetrana (erano presenti gli assessori Baldari e Tarantino), e la Provincia di Taranto (rappresentata dal presidente della Commissione Ambiente, Bartolo Punzi).
Il Comune di Sava, rappresentato dall’assessore Ivano Decataldo, ha fatto notare la necessità di avere al più presto il depuratore, ma ha anche espresso la propria comprensione verso le preoccupazioni dei comuni che si estendono sino alla costa e che traggono dal turismo una fetta consistente di risorse della propria economia.
A favore del progetto, così come è stato firmato, restano quindi solo la Regione Puglia (rappresentata dall’assessore alle Opere Pubbliche Amati) e l’Acquedotto Pugliese (rappresentato dai tecnici De Risi e Andriani e dal direttore della sede di Taranto Salinari).
L’assessore regionale Amati ha chiarito che nell’appalto è compresa anche la progettazione esecutiva della condotta sottomarina. Lasciando intendere che potrebbero esserci delle ulteriori modifiche: si potrebbe prevedere il super affinamento in Tabella 4. L’Acquedotto Pugliese, invece, ha giustificato le scelte dei contenuti del depuratore e della localizzazione dell’area in cui sorgerà (territorio di Manduria, ma nella zona in cui villeggiano i residenti di Avetrana), sostenendo che avrebbe seguito le indicazioni del Comune di Manduria.
Facile prevedere dunque un braccio di ferro: da una parte comuni e gente (che potrebbe scendere in piazza per protestare e bloccare eventuali lavori), dall’altra la Regione (che vorrebbe appaltare i lavori finchè potrà sfruttare i poteri che derivano dalla funzione di commissario delegato e l’Acquedotto Pugliese.
 








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