venerdì 26 aprile 2024

23/07/2021 10:52:48 - Manduria - Attualità

E’ destinata a far giurisprudenza una sentenza emessa dal Tribunale di Napoli, che ha accolto il ricorso avanzato dall’avv. Daniele Capogrosso e dal consulente tecnico di parte Giovanni Fusco (quest’ultimo commercialista), entrambi di Manduria, per conto di una coppia di coniugi campana, destinataria di un decreto ingiuntivo di oltre 200mila euro

 

Fideiussioni bancarie, due professionisti manduriani danno … scacco matto ad in istituto di credito.

E’ destinata a far giurisprudenza una sentenza emessa dal Tribunale di Napoli, che ha accolto il ricorso avanzato dall’avv. Daniele Capogrosso e dal consulente tecnico di parte Giovanni Fusco (quest’ultimo commercialista), entrambi di Manduria, per conto di una coppia di coniugi campana, destinataria di un decreto ingiuntivo di oltre 200mila euro.

La vicenda giudiziaria trae origine nel 2017, allorquando un istituto di credito chiedeva ed otteneva dal Tribunale di Napoli Nord il decreto ingiuntivo ai danni della coppia.

«La peculiarità risiede nella circostanza per la quale il soggetto ingiunto non era il reale titolare dei rapporti contrattuali (ossia una s.r.l. già cessata nella propria attività), bensì il garante» spiegano i due professionisti manduriani. «La coppia dei coniugi aveva prestato una garanzia personale che la banca intendeva quale “fideiussione omnibus” con clausola solve et repete.

La peculiarità di tale fideiussione, richiesta sempre da tutte le banche, va individuata nell’impossibilità per il garante di eccepire vizi di ogni genere inerenti al contratto base intercorrente tra la banca ed il debitore principale. Sicchè, qualora il debitore principale non paghi il proprio debito come convenuto in contratto, la banca ha il diritto di rifarsi direttamente sul garante».

Nel caso di specie, la difesa dei garanti aveva preliminarmente rilevato l’irregolarità della documentazione prodotta dalla banca nell’ottenimento del provvedimento monitorio.

Il Tribunale ha rilevato che “l’art. 2698 c.c. prevede che sono nulli i patti con i quali è invertito, ovvero è modificato, l’onere della prova quando si tratta di diritti di cui le parti non possono disporre o quando l’inversione o la modificazione ha per effetto di rendere a una delle parti eccessivamente difficile l’esercizio del diritto”.

In questo caso, la banca non è stata in grado di provare il proprio credito, né la sua fondatezza, né il suo ammontare, ed è stata duramente e pesantemente battuta, perdendo la propria pretesa creditoria.

«Con un po’ di diligenza e di coraggio, molti risparmiatori e consumatori possono vincere le proprie battaglie contro le angherie e gli abusi commessi dai colossi bancari» il commento dell’avv. Capogrosso e del dott. Fusco. «In tal modo molta gente eviterebbe di vedere perdere le proprie case alle aste immobiliari a seguito delle pretese illegittime e abusive poste in essere dalle banche. La tenacia e la perseveranza del cliente vessato dalla banca può dare ottimi frutti se seguito da validi professionisti».









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