venerdì 03 maggio 2024

13/04/2010 16:24:31 - Avetrana - Cultura

Una serata davvero trasgressiva

Per una buona causa si arriva anche a violare il comandamento di santificare la festa, approfittando della domenica per veicolare messaggi di interesse collettivo a favore della tutela della salute.
L’ S.O.S continuo della nostra società non conosce tregua, peccato a parte! La trasgressione si è consumata domenica sera, presso il rappresentativo auditorium della BCC di Avetrana, dove si è svolto il convegno organizzato dall’A.Ge cittadina, con il patrocinio del Comune di Avetrana, del  Centro Servizi di Volontariato di Taranto, del Miur, della Giunta Regionale, dell’Ordine degli Psicologi della regione Puglia.
Titolo “Dipendenze patologiche: prevenire la strage silenziosa”. Presente una task force di neuroni rigorosamente ed orgogliosamente made in Taranto, oh sorry!, made in Puglia, cresciuta a pane e devianza e con le mani in pasta sul campo, pronta ad assumere l’ingrato compito di ricordare alla sala, peraltro gremita, che non ci si può dire fuori da un circolo a rischio devianza patologica, tarlo insidioso di signori dabbene tutt’altro che marginale e sempre sotto i riflettori di contesti erroneamente ritenuti sicuri come la scuola, lo sport, la famiglia soprattutto, la parrocchia, i luoghi del lavoro, la normalità, coacervo di linfa deflagrante nel popolo della notte.
Esperti del settore, ormai vaccinati rispetto alla pandemia di una società allo sbaraglio, il presidente della BCC del comune tarantino, dott. Michele Pignatelli; la presidente dell’A.Ge, sign. Anna Maria Leobono, cui è spettato il compito di introdurre i saluti ed i relatori; il sign. Minò Antonio in rappresentanza del sindaco; il  dott. Massimo D’Elia, delegato del prof. Pietro Di Noi, direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale, assente giustificato, improvvisatosi direttore di una testata giornalistica bollente per i casi di spaccio di droga elevati al cubo; la dott.essa Anna Paola Lacatena, Sociologa del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche; la dott. Maria Grazia Lentini, psicologa psicoterapeuta del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche; il medico Cosimo Buccolieri sempre dello stesso Dipartimento; Simone Pignatelli, preparatore atletico ed educatore tecnico sportivo, impegnato nella provincia di Parma, originario di Avetrana; don Dario De Stefano, parroco della parrocchia Sacro Cuore.
Tutti i settori della società in un sol boccone, per sollevare un grido di allarme delle nuove forme di dipendenze: il sesso, il potere, la tecnologia, il bullismo, la Ketamina, il gambling, la dipendenza da gioco, i disturbi alimentari, l’alcol, ed altro, raccolti in un dvd frutto dell'impegno in rete delle strutture di prevenzione pubblica della provincia di Taranto e del Ministero della Salute che dichiara ormai queste forme di dipendenze malattie a tutti gli effetti, monitorate dagli organi interessati e divulgate negli ambienti in cui la devianza non viene espulsa perché si insinua da sola “nel pernicioso tempo vuoto in cui trova spazio libero senza frontiere”, la scuola in primis.
«Una dipendenza senza sostanza, sostanzialmente non è meno, dipendenza; per l’anoressia il poco non è mai abbastanza; non verrai mica a dirci che credi ancora nella favole; è più facile di quanto tu pensi non essere il padrone del gioco»: questi sono solo alcuni degli slogan presentati dal DVD,  sintesi di un lungo impegno a servizio dei giovani e non solo, destinatari nei rave party di sostanze da sballo che però costano la vita a tanti, diventati parte di un copioso censimento di vittime delle stragi, paradossalmente protagonisti di una cronaca che non ci fa ormai più caso.
Chiudono gli interventi Simone Pignatelli, che sottolinea l’importanza dello sport come valida alternativa al distruggersi facile, don Dario De Stefano, cui spetta il compito di denunciare l’assenza delle principali agenzie educative sempre meno disposte a ragionare in termini di assunzione di responsabilità.
Questo il resoconto di una serata che segna un punto di inizio e non quello di arrivo di una necessaria, forse non ancora tardiva risalita dal fondo.

Mimmo Palummieri








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